La Transmondanza, il nuovo libro di Antonio Bevacqua

La continua mobilità delle persone serve a costruire ponti e a creare occasioni di dialogo tra culture eterogenee

Si intitola La Transmondanza il nuovo libro del docente di filosofia e storia, Antonio Bevacqua, il quale affronta il difficile e delicato tema della migrazione sotto forma di un viaggio compiuto in luoghi, epoche, culture e suoni diversi. Il nostro tempo è segnato da una crisi identitaria senza precedenti, che spinge alla continua mobilità migliaia e migliaia di persone, costrette ad abbandonare la propria terra in cerca di un luogo sicuro e migliore nel quale piantare le proprie radici. Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di “Transmondanza”, inteso come quel cammino perenne che l’umanità compie al fine di costruire ponti e di abbattere muri. Bevacqua intreccia sapientemente letteratura, filosofia e antropologia dando luogo ad una profonda meditazione personale, che lo porta a ripercorrere le vicende che hanno contraddistinto la storia della sua stessa famiglia, originaria della Calabria. Emergono i ricordi delle peregrinazioni compiute dai suoi antenati, che hanno messo piede in diversi territori: hanno lasciato Rossano per dirigersi a San Francisco in America, passando per Cosenza, Boston e per il Lancashire inglese. Le tappe di questo tragitto ridestano la memoria collettiva e sono un richiamo alla propria identità, al proprio mondo interiore, ai propri affetti. Il verbo “transmondare” connota, per prima cosa, la dimensione soggettiva ed emotiva e, in seconda analisi, investe il dato geografico. La migrazione induce ad aprirsi all’altro, ad attraversare confini e a rigenerare le proprie radici, creando ponti di comunicazione e di continuità tra un passato che è sempre presente e un futuro che si fa strada un po’ alla volta. Non più quindi frattura, rottura, perdita ma rigenerazione e arricchimento reciproco. In questo modo la migrazione non si riveste più solo di un significato tragico, ma porta con sé una carica di innovazione e di vitalità. A tutto ciò si lega anche il concetto di “ritornanza” attiva e creativa, intesa come quel processo al contrario attraverso il quale il migrante ritorna nella sua terra d’origine, condividendo competenze, novità e saperi acquisiti altrove. Lo scrittore, oltre a far riferimento alla sua autobiografia, tratta anche delle migrazioni provenienti dall’Africa e dall’Asia, come l’ennesima occasione che la Calabria ha di diventare una “città del sole”, come punto di incontro di culture e civiltà diverse che riescono a convivere tra di loro, in mezzo a tante tradizioni ancestrali e a influenze globali. Da bravo studioso di filosofia, Bevacqua riprende anche Platone, Aristotele, Hegel e altri pensatori, immaginando un dialogo con loro, utile per inquadrare bene il fenomeno migratorio. Il libro propone l’idea di edificare comunità inclusive, giuste e solidali, nelle quali chiunque possa trovar posto senza sentirsi escluso né emarginato. Il testo di Bevacqua si presenta anche nella veste di audiolibro, comprendente 12 canzoni scritte dallo stesso Antonio e focalizzate sulle tematiche della migrazione, della scuola, dell’esistenza e degli amori. Sono un accorgimento sonoro che serve per avvalorare e per dare maggiore spessore all’argomento trattato, facendo sì che la narrazione del fenomeno migratorio assuma una rilevanza ancora più incisiva, come evento vivo e opportunità di crescita e di contatto. La grafica, la revisione, l’editing e l’impaginazione sono a cura della rossanese Erminia Madeo.