Chiese di Calabria
La chiesa di Lungro celebra i padri di Nicea

Solenne Divina liturgia nella cattedrale di San Nicola di Mira. Mons. Oliverio auspica una data comune per la Pasqua e ricorda l’importanza del Credo niceno per la trasmissione della fede
“In questa domenica si celebra la memoria dei padri di Nicea e si afferma la figliolanza divina: Cristo si è fatto uomo per divinizzare il mondo: ecco il messaggio di Pentecoste”. Lo ha detto il primo giugno mons. Donato Oliverio, eparca di Lungro degli Italo – Albanesi dell’Italia continentale, nella Divina liturgia celebrata in Cattedrale nella “Domenica dei 318 Padri del I Concilio ecumenico di Nicea”, ricordando che “una tale celebrazione nel calendario ha un particolare valore liturgico – teologico”. Concelebranti mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza- Bisignano, mons. Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano – Cariati, mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio.
Mons. Oliverio ha rilevato che “nel celebrare il 1700° anniversario del concilio di Nicea, la nostra Chiesa arbereshe di rito bizantino greco ha desiderato in questo anno sottolineare la particolare importanza di questo Concilio, mettendo in evidenza tutti i punti che ne sono derivati, sia per quanto riguarda il rafforzamento della fede cristiana e sia per l’edificazione di noi, oggi, figli Chiesa”. Il vescovo di Lungro ha evidenziato che “dobbiamo essere noi coloro che, raccogliendo la tradizione della storia, ne perpetuiamo ed attualizziamo il messaggio nel cuore e nella coscienze delle comunità cristiane della nostra Eparchia e della Calabria”. Il presule lungrese ha ricordato il ciclo di conferenze con cui l’Eparchia ha inteso celebrare il primo concilio Niceno, ricordando che “Nicea ha un’importanza primordiale per la formulazione del Credo”, perché “la nostra professione di fede da allora è servita a trasmettere la vera fede”.
Mons. Oliverio ha altresì richiamato la celebrazione comune della Pasqua avvenuta in questo anno, evidenziando che “da più parti è giunto l’auspicio che i cristiani, a partire dal 2025, possano tornare a celebrare per sempre la Pasqua nella stessa data”.
Riflettendo sulla pericope evangelica proclamata secondo il rito bizantino, mons. Oliverio ha evidenziato che “la divisione tra i cristiani è il grande peccato. Se non c’é fraternità non c’é filialità e non c’é fraternità senza il rispetto dell’altro”. Invece, “l’unità dei discepoli è un dono: non da costruire, ma da accogliere e custodire. Anche se siamo infedeli, l’amore di Dio non viene mai meno”.