Klampetia Ars, “Il Re dei Re” e la fede di Restuccia

La chiesa di San Bernardino ad Amantea teatro di un’opera originale: la nascita del bambino ambientata nella Napoli di Ferdinando IV. La fede dell’autore per un messaggio molto bello…

“Il Re dei Re”. È Gesù. Lo dice con fede e amore Massimo Restuccia, artista e regista di Amantea, che ha messo su da alcuni anni una commedia ambientata nella Napoli di re Ferdinando IV. Il 28 dicembre scorso lo spettacolo, assolutamente gratuito, è stato realizzato nella chiesa di San Bernardino ad Amantea, a cura dell’associazione Klampete ars. “La magia del Natale tocca il cuore di chi non crede”, il significativo sottotitolo dell’evento. 

Per Restuccia, che a Parola di Vita parla a cuore aperto, è un’occasione, attraverso l’arte, per dire il proprio amore a Dio Padre e al figlio Gesù. “La parola di Gesù non puó restare chiusa in un periodo e in un giorno”, ripete più volte l’autore mentre si accinge a raccontare la genesi del “Re dei Re”. “Pensai alla Napoli post Repubblica partenopea e alla Restaurazione. Così, quest’opera passa attraverso la tradizione dei presepi napoletani, ed è ambientato in quel periodo storico. Voglio dire che il Natale non è solo ora, ma lo è sempre stato. Il Natale è tale in tutti i periodi storici della vita dell’uomo, da quando è comparso Gesù”.

“Nella Napoli di fine ‘700 governata dalla famiglia Borbone, più precisamente nel 1803, avviene un fatto inedito legato alla nascita di un bambino definito ‘miracoloso’ dal popolo. Il Re, Ferdinando, viene avvisato dal fido Caracciolo che riferisce della cosa durante il mattino mentre il sovrano si prepara a gestire gli affari del regno”…

La nascita di un bambino al tempo di Ferdinando IV, come si sviluppa la trama, diventa l’immagine del bambino Gesù che nasce ogni giorno. “Inizialmente sviluppai l’iniziativa con l’idea di realizzare un presepe vivente, ma poi divenne un’opera da commedia”, confida Massimo Restuccia, la cui umanità trasuda nelle parole che ci rende. I resti rilasciano una commedia leggera, ma dai forti significati. “Nel 2016 l’ho tenuta nella chiesa dei Cappuccini, poi in una chiesa diroccata a San Pietro in Amantea. Poi la realizzai al teatro Sicoli e in seguito a San Bernardino. Ho scritto e dedicato questo lavoro a Gesù”. 

Un’opera divertente, che ha come personaggio Ferdinando IV, in mezzo alla corte borbonica del padre e alla corte asburgica della moglie con, sullo sfondo, il terrore del ritorno dei giacobini. Nasce un bambino a Portici e c’è una serie di miracoli. 

Poi l’invito ulteriore. “Natale è sempre, perché se a Natale la Parola si è fatta carne, allora la Parola deve essere riconosciuta e celebrata ogni giorno”. Oltre ogni augurio di circostanza, spesso ridotto al solo giorno di Natale. Un messaggio bello, che l’autore vuole diffondere sul territorio.