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Kharkiv sotto assedio. L’appello del vescovo: “Si faccia qualcosa subito e senza paura”
“Se possono ancora fare qualcosa, che lo facciano subito e senza paura”. È l’appello che mons. Pavlo Honcharuk, vescovo latino di Kharkiv-Zaporizhzhia, lancia ai leader politici mondiali ed europei nel giorno in cui la Russia ha lanciato 35 missili e 60 droni contro impianti di estrazione e lavorazione del gas della Naftogaz nelle regioni di Kharkiv e Poltava, colpendo le strutture destinate al riscaldamento in vista dell’inverno. Tra le vittime, purtroppo, anche il fotoreporter francese Antoni Lallican, 37 anni, ucciso in un attacco con drone nel Donbass, e il giornalista ucraino Heorgiy Ivanchenko, rimasto ferito nello stesso raid, secondo quanto riferito dalla Federazione europea e internazionale dei giornalisti e dall’Unione nazionale dei giornalisti ucraini. L’attacco è avvenuto ieri mattina, 3 ottobre. Il Sir ha incontrato mons. Honcharuk a margine del Giubileo della speranza, promosso a Kharkiv dal Mean – Movimento europeo di azione non violenta, che ha portato nella città 110 attivisti italiani.
Eccellenza, qual è la situazione a Kharkiv in questi giorni, segnati da bombardamenti sempre più intensi?
I bombardamenti sono continui. A volte più violenti, a volte meno. Le forze russe scelgono alcune zone e lì concentrano gli attacchi: quando colpiscono altrove, da noi si respira un po’ di tregua, con meno droni. Ma quando tornano sulla nostra città, la vita diventa durissima.
Come reagisce la popolazione a questa pressione costante?
Le persone vivono in uno stato di stress permanente, una tensione che logora anche la salute fisica. È come un aereo che precipita: cerchi di rialzarlo, ma la forza di gravità lo trascina giù. Così lo stress ritorna sempre, inesorabile. Durante i bombardamenti le gambe e le braccia tremano, il corpo si indebolisce.
E i bambini come vivono la guerra?
Per loro è terribile percepire così da vicino la morte e il pericolo. Gli adulti non riescono sempre a trasmettere sicurezza. I piccoli cercano di aggrapparsi a ciò che resta della loro infanzia, giocano, ma dentro portano una ferita profonda. Anche nei momenti ludici si avverte la tensione che li abita.
Che messaggio vorrebbe rivolgere ai leader politici mondiali ed europei?
Se possono ancora fare qualcosa, che lo facciano subito e senza paura. Ringraziamo per il sostegno, per la preghiera e per ogni gesto coraggioso. Ringraziamo soprattutto chi non vuole accordarsi con il male: la verità appartiene solo alle persone libere e coraggiose. Auguriamo che questa libertà, dono di Dio, resti salda in tutti, custodendo la verità anche nei momenti più oscuri.
Per il Giubileo sono arrivati a Kharkiv pellegrini dall’Italia. Cosa desidera dire a loro e, più in generale, agli italiani?
Ringrazio di cuore i pellegrini che sono venuti fin qui. L’indifferenza è il segno di una vita superficiale, e ciò che rovina l’uomo è proprio la superficialità. L’amore non è mai superficiale. Ringrazio gli italiani che hanno scelto di essere presenti, di capire, di condividere, di aiutare. Ringrazio tutti coloro che non restano indifferenti.
Avete la speranza che un giorno Papa Leone possa venire qui in Ucraina?
Se Papa Leone verrà, saremo immensamente felici. Noi qui siamo come figli: quando i figli attraversano una prova difficile, il padre viene sempre. Noi lo aspettiamo.
. fonte: AgenSIR
