Il Valentini miglior liceo calabrese

La classifica stilata da Eduscopio assegna all’istituto di Castrolibero il primo posto

La migliore scuola secondaria di secondo grado in Calabria è il liceo scientifico Valentini- Majorana di Castrolibero. A decretarlo è Eduscopio, il progetto della Fondazione Agnelli che ogni anno valuta come gli istituti superiori di tutta Italia preparano gli studenti per l’università o per il mondo del lavoro. Ad ogni istituto viene assegnato un punteggio, l’indice Fga che mette insieme la media dei voti conseguiti all’università e la percentuale di esami superati dai diplomati di ogni scuola. Una conferma per l’istituto di Castrolibero che l’anno scorso occupava il primo gradino. Come si arriva al risultato? Ne abbiamo parlato con il dirigente scolastico, la professoressa Maria Gabriella Greco.

L’Istituto Valentini- Majorana è stato decretato miglior liceo calabrese. Come si arriva a questo risultato?

Il risultato non è frutto di casualità, ma di un lavoro di programmazione e progettazione che poi si è concluso con questo risultato lusinghiero. Ci sono state delle scelte a monte fatte già negli anni passati che hanno modificato il metodo di insegnamento, quindi anche quello di apprendimento degli studenti, ma anche l’attività di gestione delle classi. Gli studenti non rimangono fissi nelle classi, ma si spostano con una modalità che viene denominata DADA, un acronimo che significa didattica per ambienti di apprendimento. Ogni disciplina ha un’aula dedicata di modo che i ragazzi, a secondo dell’orario giornaliero, si spostano tra queste aule. Abbiamo realizzato ben 31 aule dedicate alle varie discipline, questo fa sì che questa dinamicità stimoli in loro una maggiore attenzione, ci sono degli studi scientifici che testimoniano questi vantaggi; in più abbiamo aderito alla rete nazionale delle scuole DADA, che è molto severa nel conferire il titolo alle scuole che lo richiedono, in quanto è necessario fare formazione, avere una visita di verifica di quelle che sono le attrezzature, gli spazi e l’orario, perché bisogna garantire a tutti i ragazzi degli spostamenti equilibrati. Un vantaggio della didattica dada è che le attività sono laboratoriali, perché tutti i ragazzi visitano e vivono i laboratori.

Qual è stata la reazione alla notizia?

Molto orgoglio, ma anche soddisfazione nel vedere il lavoro e l’impegno ripagato da questo risultato che è imparziale perché la Fondazione Agnelli si basa su dati oggettivi. Riteniamo che possa essere uno sprono per migliorarci ancora di più perché ogni punto di arrivo deve costituire un punto di partenza. Spero che sia anche un motivo di curiosità e di interesse da parte dei ragazzi a venire a visitare la scuola, dato che proprio in questo momento si accingono a scegliere la scuola secondaria di secondo grado, di visitare la scuola. Si sta parlando di questo risultato però vorrei che venissero a scuola per conoscere i visi e le persone che ci sono dietro questi risultati perché penso che questo sia la nostra forza. È una scuola che si caratterizza per una grande umanità e sensibilità, un’attenzione verso gli studenti, ma anche una grande vivacità verso il nuovo, l’innovazione, la tecnologia e alcuni indirizzi testimoniano questa nostra curiosità. Abbiamo ad esempio l’indirizzo di scienze applicate con curvatura intelligenza artificiale, data science e cyber security, in relazione alla cyber security stiamo cercando di creare un rapporto anche con l’ACA, un ente che si occupa della sicurezza nazionale, abbiamo dei contatti anche con delle aziende; poi anche il quadriennale, il liceo Made in Italy, una novità esclusiva del territorio che unisce l’aspetto tradizionale delle discipline con l’aspetto più prettamente economico, del marketing, quindi è una grande innovazione che potrebbe determinare uno sbocco professionale interessante.

Qual è il bisogno educativo degli studenti di oggi?

Penso che il bisogno educativo sia quello di essere ascoltati e soprattutto dare loro fiducia. Noi investiamo molto in fiducia nei ragazzi, soprattutto cerchiamo di avere da loro il massimo individualmente possibile Riuscire a raggiungere questo massimo e dando a loro la gratificazione dei risultati raggiunti costituisce uno sprono a fare sempre meglio. Le punizioni, il voler sottolineare gli errori non sono cose che garantiscono lo sviluppo della personalità e soprattutto il raggiungimento di obiettivi ambiziosi. L’importante è che i ragazzi si sentano capiti e soprattutto che si sentano valorizzati per ciò che riescono a dare, piccolo o grande che sia.

In una società frenetica come quella attuale come vengono curate le relazioni con gli studenti?

Attraverso un ascolto partecipato. Ascoltare non significa solo sentire, ma significa proprio entrare in empatia con i ragazzi, capire le loro difficoltà. Loro recepiscono questa attenzione nell’ascolto per cui c’è veramente una volontà di comunicare anche le loro aspirazioni, esigenze, difficoltà, qualunque cosa perché sanno che quell’ascolto è un ascolto è fatto da un adulto, una persona di riferimento che ha a cuore il loro benessere.

Spesso viene mossa l’accusa che gli studenti siano poco attenti…

Ritengo che lo stile di apprendimento sia cambiato. È chiaro che bisogna adattare l’approccio didattico del docente a questi nuovi stili di apprendimento, che sono degli stili di apprendimento più veloci, immediati. e quindi è necessario che si utilizzano anche il supporto della tecnologia e su questo noi ci appoggiamo, tant’è che i docenti si sono proprio formati per l’utilizzo della tecnologia nella didattica, ma soprattutto adottiamo un modello di classe partecipata in pratica la lezione frontale, la lezione di trasmissione dei contenuti viene molto ridotta e subito dopo questa trasmissione di contenuti il docente invoglia e stimola i ragazzi a mettere in pratica ciò che è stato trasmesso attraverso delle esercitazioni pratiche, attraverso delle attività laboratoriali quindi c’è una dinamicità, una partecipazione più immediata e attiva e questo fa sì che questi contenuti non siano contenuti lineari trasmessi da chissà a chi deve sapere e poi riportare questi contenuti nelle interrogazioni, no non è questo che noi ricerchiamo, a noi interessa che questi contenuti che sono contenuti complessi più strutturati vengano interiorizzati acquisiti con attività pratiche reali

I casi di cronaca pongono l’accento sulla necessità di un’educazione affettiva. Come si muove l’istituto in questo senso?

Purtroppo nelle scuole non esistono figure istituzionali con competenze professionali riguardo a questo aspetto, tuttavia ci sono dei progetti come la presenza dello psicologo negli istituti che svolge questo ruolo, però è anche il tipo di relazione che si viene a instaurare tra gli adulti e i ragazzi, cerchiamo di compensare con questo aspetto di grande attenzione, di grande sensibilità e rispetto della persona.

Che effetti può avere questo risultato sull’intera comunità scolastica e sul territorio?

Ci auguriamo che sia il punto di una nuova partenza per raggiungere obiettivi sempre migliori. Per il territorio ritengo che la necessità di conoscere tutte le realtà scolastiche possa aiutare i genitori che devono supportare i figli nella scelta della scuola superiore affinché questa scelta sia fatta sulla base di consapevolezze e di dati oggettivi e non per mode o opinioni soggettive, quindi il nostro augurio è questo.

Vuole lanciare un messaggio agli studenti?

Mi auguro che gli studenti possano avere un futuro radioso. Abbiamo cura dei nostri studenti, ci auguriamo che riescano a realizzare quelle che sono le loro aspirazioni, Si tratta di una cura che si vede anche in piccole cose. Noi facciamo gli auguri di compleanno a tutti i ragazzi che festeggiano il loro diciottesimo compleanno con l’altoparlante, proprio a dimostrazione del fatto che ci teniamo a loro e questa è una realtà.