I coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi esempio di fraternità e pescatori di famiglie

Dalla loro testimonianza nasce un invito, uno stimolo forte a costruire una pastorale che abbia come fondamento la vocazione matrimoniale

Papa Leone XIV riprendendo le intuizioni dell’enciclica “Humanae vitae” sottolinea che “il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società”.I beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi hanno mostrato, a partire dai loro figli, in modo concreto e comprensibile, con l’esempio della vita, cos’è il dono della grazia sacramentale e quale è la forza che ne deriva. È urgente vivere e annunciare “il Vangelo della famiglia”.L’opera dei beati coniugi si inserisce in un contesto storico, sociale, culturale di crisi della famiglia e del compito educativo, oserei dire di “deserto”, in cui i giovani sembrano quasi che non abbiano più dei punti di riferimento a cui appellarsi. Essa pertanto, mira a ricostruire in questo mondo segnali precisi, chiari per poter vivere, proprio come quando uno cammina per le strade e trova tutte le indicazioni stradali (significativo a tal riguardo è l’epigrafe marmorea posta il 13 maggio 2021 a ricordo del matrimonio dei beati coniugi nella basilica papale di Santa Maria Maggiore presso la Cappella di Santa Caterina d’Alessandria).

(Foto: Massimiliano Noviello)

Si parla spesso di “agenzie” educative per indicare la famiglia, la scuola, la chiesa, la società, il mondo della cultura, ma purtroppo bisogna dire che sono diventate proprio delle formalità come sono le agenzie, non sono più quei grembi nei quali come scrive la beata Maria Corsini Beltrame Quattrocchi si forma un cuore, una mente, una volontà, perché è questo che ti permette di vivere sereno. Tutto ciò è di massima importanza e urgenza, perché chi nasce e comincia a guardare non veda il vuoto ma grembi accoglienti.

I beati coniugi con le loro scelte evangeliche, come l’ascolto del diritto alla vita del nascituro – si pensi alla nascita dell’ultima figlia la venerabile Enrichetta, definita dalla Chiesa “la figlia che non doveva nascere”; l’alto compito di educare la prole; l’accoglienza, l’assistenza e l’accompagnamento dell’anziano; l’interesse e la partecipazione attiva alla vita politica, sociale ed ecclesiale; il rispetto per la dignità umana, hanno denunciato un modo distorto di intendere la libertà anche fra le mura di casa, ad esempio – spiega Papa Leone – “ogni volta che si invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere”. Parole dietro cui si scorge la condanna sia dell’aborto, sia del suicidio assistito, sia di ogni forma di violenza domestica, come i femminicidi, ma anche di certe scelte politiche contro i più fragili.

I coniugi Beltrame hanno trasmesso la fede insieme alla vita in famiglia, di generazione in generazione, condividendola come il cibo della tavola e gli affetti del cuore.Ecco perché la famiglia diventa il luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene. I beati Luigi e Maria ci aiutano a leggere l’evento matrimoniale non semplicemente come atto, nel senso di sacramento celebrato, ma ci aprono a una visione del matrimonio e della famiglia come stato di vita sacramentale, stato sacramentale di vita, fino a delineare le linee-forza di una “fondazione teologica della pastorale familiare”.

(Foto: diocesi di Roma)

Questa beata famiglia, nel suo essere esempio di fraternità, ci mette in guardia da una “sempre più diffusa privatizzazione della fede” che “impedisce spesso di conoscere la ricchezza e i doni della Chiesa, luogo di grazia, di fraternità e d’ amore”.Non va dimenticato, sottolineò il Pontefice durante la messa giubilare delle famiglie in piazza San Pietro, il 1° giugno scorso, il grave errore del passato, “forse non molto lontano”, di “aver presentato la vita cristiana principalmente come un insieme di precetti da rispettare, sostituendo all’esperienza meravigliosa dell’incontro con Gesù, Dio che si dona a noi, una religione moralistica, pesante, poco attraente e, per certi versi, irrealizzabile nella concretezza del quotidiano”. I coniugi Beltrame Quattrocchi, nella loro funzione genitoriale, sono stati in grado di realizzare una forma di “pedagogia della santità” capace di orientare – scrive la beata Corsini – “ad una visione sublime di vita d’amore, vissuta nel nome e col modello di Gesù e di Maria, in mezzo ai fratelli a cui si è tenuti a dare il meglio di sé stessi; verso cui sentirsi legati da vincoli sovrumani di carità e di responsabilità spirituale”. La ministerialità di questi sposi si estende a tutta la loro vita e alla comunità familiare che scaturisce da loro. Essi sono ministri di grazia l’uno per l’altro e per i figli, ogni giorno, e sono ministri di grazia nella Chiesa e nel mondo.

(Foto p. Massimiliano Noviello)

Dalla loro testimonianza nasce un invito, uno stimolo forte a costruire una pastorale che abbia come fondamento la vocazione matrimoniale, perché essa è dono di Dio per un cammino di santità.Viene chiamata in causa la corresponsabilità degli sposi, in quanto la grazia del matrimonio dà agli sposi una nuova identità che li abilita alla missione che deve attuarsi anzitutto nella chiesa domestica che è la famiglia, poi la comunità parrocchiale con tutte le realtà associative e sociali, tutto ciò unitamente ai sacerdoti. Papa Francesco evidenziava come la direzione spirituale non è un carisma clericale ma è un carisma battesimale. I beati coniugi sono stati “pescatori di famiglie”, una forza attrattiva e trainante, che coinvolgeva chi si sentiva lontano, escluso, non coinvolto, al fine di far entrare tutti in una trama di relazioni buone, rigeneranti e di reti “riflessive”, capaci di “presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia” (AL 230). Dunque, il modello offerto da questa santa famiglia è valoriale, solido e adeguato alle esigenze della realtà, in quanto offre all’attenzione quei valori che rispondono alle tensioni degli uomini. Per essi la modernità non è un avversario da combattere, ma diventa un accesso al Cristianesimo. “Una Chiesa – famiglia – capace di abbattere i bastioni”, come direbbe Hans Urs von Balthasar, “e di tornare a parlare nel mondo senza difendersi dal mondo”.Con i beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi si ricostruisce in questo mondo una vera, autentica segnaletica, che avvicina ai piani di Dio, in compagnia di ogni uomo amante del bene comune e aspirante “a cieli nuovi e terra nuova”.

Massimiliano Novello – Postulatore cause dei santi

Agensir