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Gli addii di Alvini e Delvecchio, il Cosenza é ancora una nebulosa

Ha dovuto attendere la fine del contratto mister Massimiliano Alvini per liberarsi dal vincolo che aveva con il Cosenza. Un rapporto finito già nel mese di febbraio, che lo ha portato all’esonero per il duo Tortelli – Belmonte (vittime sacrificali), salvo poi ritornare sulla banchina rossoblù per il finale, quando i giochi erano fatti, la classifica alquanto compromessa e il rapporto con la società irrimediabilmente depresso. Nella stagione ormai alle spalle il tecnico di Fucecchio ha dovuto sopportare, anzitutto, la solitudine con cui ha affrontato gran parte della stagione, mettendoci la faccia, con signorilità, anche nascondendo agli occhi della piazza le gravi criticità del mondo Cosenza.
Prima del rapporto tecnico o sportivo, è evidentemente finito il rapporto umano, e Alvini ha vissuto il finale di stagione come uno che sapeva già che il suo futuro sarebbe stato lontano da Cosenza.
Per questo immaginiamo che il mese di giugno sia stata una lenta agonia.
Al Frosinone arriva un uomo gentile e disponibile, un lavoratore. Al contempo, un tecnico che di fatto viene da qualche fallimento sportivo di troppo, e che non può più permettersi di sbagliare.
A Cosenza era impossibile non sbagliare.
Chiusa anche la parentesi Gennaro Delvecchio che, almeno a parità di budget, è stato insufficiente nell’approntare la rosa e poco lungimirante nell’approcciare con l’ambiente (prova ne è il pugno sul tavolo alla fine del mercato di gennaio).
Fin qui gli addii. E, al contrario, mestamente, il silenzio sul futuro.
Le polemiche dei mesi scorsi, che ora sembrano quasi placate al netto dell’iniziativa di Cosenza nel cuore, lasciano lo spazio al nulla cosmico. È lo scenario perfetto per un Guarascio che il 14 maggio comunicava alla piazza che ci sarebbero state soluzioni “a brevissimo” per la cessione della società. Al 6 luglio solo attese, ancora, anche illuse.
La prossima stagione, a cui il dovere di cronaca costringe a porre l’attenzione, è già iniziata male.