Territorio
Giuseppe Caravetta da carabiniere a spiderman nei reparti di pediatria
Bisignanese, opera in Sicilia, ma non dimentica il suo impegno sociale, specialmente nei giorni natalizi
Giuseppe Caravetta è un carabiniere in forza alla 1° Brigata Mobile presso il 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia” a Palermo, è un bisignanese. Non nuovo ad impegno di carattere sociale, in questi giorni pre natalizi, è passato da carabiniere a spiderman per regalare sorrisi ai bambini ricoverati nelle corsie degli ospedali. Caravetta, ormai da anni si spende in queste giornate di volontariato, specialmente a ridosso delle festività, negli ospedali ed in strutture che ospitano bambini con disabilità. “Quando vado negli ospedali, ha detto Caravetta, non sono io che porto i regali ai bambini ma sono loro che con i loro sorrisi e la loro gioia mi arricchiscono, vederli sorridere nonostante si trovano ad affrontare le difficoltà e le battaglie della vita mi fa capire cosa sia veramente la forza”. Giuseppe Caravetta, nonostante la sua giovane età, carabiniere e già paracadutista, nella sua carriera ha ricevuto moltissimi riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale, insignito della benemerenza di cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano, donatore Avis da oltre 10 anni, sempre vicino a chi ha bisogno perché “il nostro non è un lavoro ma una missione, mettere costantemente e quotidianamente la nostra vita al servizio del prossimo”. A chi lo ringrazia per quello che fa risponde con disarmante semplicità: “Il mio regalo per questo Natale l’ho trovato oggi nei sorrisi dei bambini che, nonostante si trovano ad affrontare le difficoltà e le battaglie della vita mi hanno accolto con felicità e gioia”. Sotto la maschera, ha concluso Caravetta, “lacrime di gioia nel vederli così felici. A volte un piccolo gesto che a noi non costa nulla per qualcun altro vuol dire tanto”. Infine i ringraziamenti alle autorità sanitarie per aver permesso questo bel gesto “per aver voluto regalare ai piccoli pazienti speciali questa giornata”, insieme all’apprezzamento per il lavoro che quotidianamente svolgono: “Il loro, come il nostro non è un lavoro ma è una missione, in mezzo alla gente, vicino a chi ha bisogno per portare speranza e forza”.
