Giubileo mondo educativo. Card. Tolentino de Mendonça: “L’educazione è il nuovo nome della pace. Serve un nuovo patto di futuro”
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A Roma il congresso “Costellazioni educative” ha riunito il 30 ottobre religiosi e figure accademiche e istituzionali per rilanciare il Global Compact di papa Francesco anche alla luce della Lettera Apostolica Disegnare nuove mappe di speranza di Leone XIV. L’educazione come seme di pace, giustizia, dignità, inclusione: una mission condivisa per trasformare il mondo
Seminare futuro. “La scuola cattolica … semina futuro”: con questa citazione di Papa Leone XIV, il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione (Dce) ha aperto i lavori del congresso internazionale “Costellazioni educative. Un patto per il futuro”, promosso il 30 ottobre a Roma dal Dicastero in occasione del Giubileo del mondo educativo e nel 60° anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum Educationis, rilanciando con forza il ruolo dell’educazione come leva di trasformazione sociale e spirituale. Richiamando la Lettera Apostolica Disegnare nuove mappe di speranza, pubblicata da Leone XIV il 28 ottobre, nel 60° della Dichiarazione, il cardinale ha invitato a “leggere il tempo presente reagendo con creatività alle sue problematiche ed emergenze, ricostruendo la fiducia in un mondo lacerato da polarizzazioni e conflitti, convinti che
l’educazione è il nuovo nome della pace; è una leva effettiva per la giustizia sociale e per la salvaguardia della dignità della persona umana”.
Roma, 30 ottobre 2025. Congresso internazionale “Costellazioni educative, un patto con il futuro”. Card. José Tolentino de Mendonça
“C’è un patto di futuro che dobbiamo attivare”, ha concluso Tolentino.
Diritto universale e dovere evangelico. Nel suo messaggio al congresso, il segretario generale Onu António Guterres ha ribadito che “l’educazione per tutti” è un obiettivo fondamentale della società umana. In un mondo segnato da guerre, crisi ambientali e disuguaglianze, il diritto all’istruzione richiede una cura speciale. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, ha sottolineato, si pongono come “naturale complemento” alla visione conciliare. P. Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù e presidente Unione superiori generali (Usg), ha ricordato che per la Chiesa l’educazione è parte integrante della sua missione evangelizzatrice e mira alla “formazione integrale della persona: morale, intellettuale, sociale e spirituale”. Dopo avere rilanciato l’appello di Papa Francesco nel 2019 per un nuovo Global Compact on Education, Sosa si è soffermato sulla sfida dell’intelligenza artificiale, citando il monito di Papa Leone XIV: “L’accesso ai dati – per quanto vasto – non deve essere confuso con l’intelligenza”, che implica “apertura al Vero e al Bene”. Per questo, ha concluso il gesuita,
“oggi il diritto a un’istruzione di qualità richiede anche l’integrazione dell’intelligenza artificiale al servizio di una formazione veramente integrale”.
Ponti di speranza ai margini del mondo. Suor Miriam Altenhofen, in rappresentanza dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg che comprende 1.900 congregazioni femminili), ha portato al congresso la voce delle religiose che operano nelle periferie del mondo.
“Le suore sono lì, nelle baraccopoli, ai margini della società”,
ha spiegato, perché garantire il diritto all’istruzione significa “affermare la dignità di ogni persona e piantare i semi della pace”. Le congregazioni femminili costruiscono ponti, creano sinergie e sviluppano reti educative formali e non formali, soprattutto per ragazze e donne in contesti di esclusione.
Università e digitale: motori di pace e sviluppo. Di educazione come “una delle leve più efficaci e trasformative per favorire lo sviluppo umano integrale globale” ha parlato Elena Beccalli, rettore dell’Università Cattolica e presidente della Federazione delle università cattoliche europee. In un’epoca segnata da polarizzazioni e disuguaglianze, ha affermato, “il destino del secolo che stiamo vivendo dipenderà dal ruolo che sapremo riservare all’educazione” che può diventare “motore di pace, riduzione delle disuguaglianze e promozione della dignità”. Di qui la proposta del trinomio “educazione, sussidiarietà e solidarietà” come chiave per lo sviluppo del “Global South”.
Roma, 30 ottobre 2025. Congresso internazionale “Costellazioni educative, un patto con il futuro”. Elena Beccalli
Un patto educativo per l’inclusione. A proporlo è suor Veronica Amata Donatello, responsabile Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei. “Abbiamo bisogno di un nuovo patto educativo globale”, ha detto, “che metta al centro la persona, non la performance; la relazione, non la competizione; la crescita integrale, non la sola efficienza. Il Concilio ci aveva consegnato un sogno: quello di un’educazione che unisce le persone e costruisce la pace. Oggi siamo chiamati a realizzare questo sogno, assicurando che ogni bambina, ogni ragazzo, ogni adulto con disabilità abbia accesso a un’educazione di qualità”.
L’inclusione, ha concluso, non è un “tema di nicchia”, ma “il criterio con cui si misura la qualità della nostra civiltà e della nostra fede”.
Lo splendore del cosmo. A concludere i lavori p. Guy Consolmagno, astronomo della Specola Vaticana, che scegliendo come titolo del proprio intervento l’ultimo verso dell’Inferno di Dante, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, ha ricordato come la bellezza del cielo possa ispirare scienza e fede. “La vista delle stelle ha un effetto straordinario su tutti noi”, ha spiegato. Per questo la contemplazione degli astri è presente nei ritiri spirituali guidati dal gesuita: “Vedere il cielo notturno in tutto il suo splendore ci distoglie dai nostri problemi banali e quotidiani”. È stato durante uno di questi ritiri che Consolomagno ha incontrato Anna Marlis Burgard e insieme a lei e al suo team ha realizzato un’esposizione di una dozzina di immagini dei telescopi spaziali, ora visibile presso il centro visitatori a Castel Gandolfo.
“Anche noi scienziati rispondiamo e siamo motivati da un desiderio di bellezza e verità.
E ospitando questa mostra alla Specola Vaticana come parte dell’Anno giubilare della Chiesa, speriamo di sottolineare come la religione non sia opposta alla scienza, ma la sostenga — e, anzi, ne sia ispirata”.