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Gaza: Pizzaballa e Teofilo III non ritirano suore e religiosi. Decisione dal sapore evangelico

“La decisione presa congiuntamente dal card. Pierbattista Pizzaballa e da Teofilo III, patriarchi cattolico e greco ortodosso di Gerusalemme, di non ritirare la presenza di suore e religiosi dalla Striscia di Gaza e di non muoversi da lì per stare in mezzo al loro popolo (veramente ‘piccolo gregge’, ma proprio per questo più bisognoso d’aiuto) nel corso della dissennata offensiva israeliana su quella terra martoriata ha un reale sapore evangelico”. Lo sottolineano, in una nota, le Acli.
“Il rimanere in mezzo al popolo che è stato loro affidato, un ministero di amore prima che di dovere, implica assumere i rischi che sono propri di chi sta disarmato in mezzo alla guerra, sapendo però che forse questo è l’unico modo possibile per creare i presupposti per la pace: lo ricordava Papa Francesco, richiamando il card. Martini che in una veglia per la pace ‘pose l’accento sulla capacità di intercedere’, cioè di situarsi tra i contendenti, mettendo una mano sulla spalla di entrambi e accettando il rischio che questo comporta. Costruisce la pace chi sa prendere posizione con chiarezza, ma al tempo stesso si sforza di costruire ponti, di ascoltare e comprendere”.
Come precisano i due pastori nella loro dichiarazione, “non c’è alcun motivo che giustifichi una simile deportazione di civili” ed è tempo “di porre termine a questa spirale di violenza, di finire la guerra, di avere come priorità il bene comune della popolazione”: “Parole forti, che hanno un significato particolare” nel momento in cui provengono da comunità cristiane “unite in un ecumenismo solidale e pacificatore che costituisce un richiamo per tutte le parti coinvolte”, sottolineano le Acli, secondo cui “è importante che ciò accada nello stesso giorno in cui la Santa Sede rende noto il tema della Giornata della pace 2026, voluto da Leone XIV, che si rifà alle prime parole che egli pronunciò il giorno della sua elezione: ‘La pace sia con tutti voi: verso una pace ‘disarmata e disarmante’”.
“Disarmata”, commentano le Acli, “cioè non fondata sulla paura, sulla minaccia o sugli armamenti”; “disarmante”, “perché capace di sciogliere i conflitti, aprire i cuori e generare fiducia, empatia e speranza. Non basta invocare la pace, bisogna incarnarla in uno stile di vita che rifiuti ogni forma di violenza, visibile o strutturale”.
Le Acli si associano al gesto coraggioso dei due pastori e di tutte le Chiese di Terra Santa e ribadiscono “il loro rifiuto della violenza e la richiesta di un cessate il fuoco, della liberazione di tutti gli ostaggi e la ripresa di un vero cammino di pace che coinvolga le tre grandi fedi che originano da quella che Giorgio La Pira chiamava la ‘tenda di Abramo’”.
. fonte: AgenSIR