Fiumefreddo. Nasce Casa di Rosa ets – insieme contro il tumore al seno”

Al Castello della Valle di Fiumefreddo è stata presentata lo scorso 20 giugno l’Associazione Casa di Rosa ets – Insieme contro il tumore al seno. Per Parola di Vita abbiamo intervistato il presidente, il dott. Raffaele Leuzzi medico oncologo, che si occupa di senologia diagnostica a Roma per il servizio interdisciplinare di ricerca e prevenzione.

Come mai è stato scelto Fiumefreddo per realizzare il convegno e quindi presentare ufficialmente l’associazione “Casa di Rosa ets” e quali gli obiettivi?

Per motivi personali sono legato a Fiumefreddo. La Regione Calabria è la terra più alta di migrazione sanitaria. È infatti all’ultimo posto per spesa sanitaria. L’associazione Casa di Rosa ets – Insieme contro il tumore al seno nasce per aiutare chi rimane a contrastare il tumore al seno che è in controtendenza del dato di mortalità in Calabria. Mentre nelle altre regioni si documenta una riduzione di mortalità per cancro della mammella, in Calabria c’è invece un incremento di mortalità negli ultimi 15 anni del 9%. Quindi c’è un indice di fuga per la patologia oncologica della mammella enorme, almeno il 50% della popolazione femminile va a farsi curare in altre regioni e questo aumenta il disavanzo del servizio sanitario calabrese, costretto a riversare alle altre regioni questa migrazione sanitaria. Questo è il primo problema da affrontare, perché c’è una scarsa diffusione degli screening mammografici e quindi della diagnosi precoce. L’associazione è un ente del terzo settore ed è stata costituita insieme a me da donne che hanno affrontato il tumore alla mammella e sono nel consiglio direttivo, tutte hanno dovuto affrontare la migrazione sanitaria. Penso che bisogna assolutamente fare qualcosa, il diritto ad essere curati o è un diritto o è un privilegio ed in Calabria significa avere un diritto negato perché si deve migrare. Noi non vogliamo che la gente continui a migrare ma vogliamo che rimanga in Calabria, che sia curata in Calabria, che la diagnosi precoce sia fatta in Calabria, ma non possiamo sostituirci al servizio sanitario regionale, lo possiamo aiutare.

In che modo?

Con la Fondazione Komen di Roma che con i camper, con le carovane della prevenzione verrà a fare degli screening in tutto il territorio calabrese. Noi forniremo anche il supporto dei tecnici, il supporto dei medici per fare gli screening mammografici in tutta la regione e soprattutto nelle aree interne che sono poco coperte, il tutto gratuitamente a settembre cominciando da Fiume Freddo.

Da cosa dipende secondo lei questo aumento in Calabria?

Dobbiamo considerare che la salute dell’uomo non prescinde, è esattamente correlata alla salute dell’ambiente, alla salute derivante dagli stili di vita che oggi sono errati. Non interessa soltanto intervenire rispetto alla diagnosi precoce. Interessa intervenire su quella che è la vera prevenzione, perché la diagnosi precoce non è prevenzione, è prevenzione secondaria del tumore, cioè si riduce la mortalità intervenendo in tempo. La prevenzione invece è cercare di ridurre l’incremento di incidenza del tumore, l’incremento dei nuovi casi che dipendono dagli stili di vita errati e da uno stile alimentare che non è e non si rifà alla dieta mediterranea biologica, che viene praticata solo dal 5% della popolazione italiana. Si parla tanto che nel sud si mangia bene… ma non è vero, perché i tassi di obesità infantile dimostrano il contrario. L’intervento deve essere non solo a livello di diagnosi precoce, ma anche un intervento a livello di prevenzione privata.

Quali gli scopi dell’associazione?

Allo stato attuale è una casa simbolica ma presto diventerà, grazie all’aiuto del comune di Fiumefreddo, una casa reale e avremo una sede idonea per le attività che porteremo avanti. Da una parte la diagnosi precoce, dall’altra parte la prevenzione primaria. Poi ci interessa anche la formazione. Ieri c’è stata la presentazione dell’associazione (ndr  20 giugno), oggi (ndr 21 giugno) c’è stato il primo convegno di operatori sanitari del campo della senologia diagnostica in collaborazione con la Federazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e abbiamo fatto il primo convegno che sarà il primo di altri convegni con gli ecm dei tecnici di radiologia.

Ma c’è poi un altro scopo, di cui c’è carenza in tutto il territorio nazionale. Le donne operate di tumore della mammella vengono curate dalla malattia, ma non si affronta poi il malato. Una persona operata di tumore alla mammella deve cicatrizzarle queste ferite, deve avere desideri e sogni, ma non c’è il giusto supporto alle donne che hanno avuto diagnosi pregressa di tumore al seno. C’è bisogno di una riabilitazione psicofisica e lì ritorniamo agli stili di vita, quindi fare passeggiate per contrastare la sedentarietà e il sovrappeso, avere un aiuto psicologico e fare corsi di scrittura terapeutica. Ecco cosa significa Casa cioè come accoglienza. Di Rosa perché la rosa è il fiore che regali a tua madre, alla persona che ami, a una sorella, a una figlia. Le donne cercano lo stare insieme e una casa significa accoglienza, contrastare la disuguaglianza nell’accesso ai servizi. Le donne operate di tumore alla mammella hanno anche bisogno di relazione umana, coinvolgendo anche persone che vengono da altri luoghi cercheremo di fare anche la mobilità sanitaria al contrario, questi luoghi di bellezza, di leggerezza potranno essere anche il luogo dove fare una vacanza esperienziale e una vacanza che significa prevenzione trovando cibo sano, vivendo le bellezze della natura della terra di Calabria.