Crescere con la musica

Il gruppo dei cantori cosentini, a 17 anni dalla sua nascita, è una realtà ormai solida

Il Piccolo Coro del Teatro “A. Rendano”, parte dell’Organizzazione Cori Calabria (OCC) – FENIARCO, si distingue come una delle poche realtà italiane inserite stabilmente all’interno di un teatro da tradizione, con l’obiettivo di promuovere in modo continuo e duraturo la pratica corale-musicale fra bambini e ragazzi. Fondato nel 2008, negli anni è cresciuto mantenendo una solida identità artistica ed educativa, accompagnando generazioni di giovani cantori. La sua storia è costellata di momenti significativi: tra i più prestigiosi quello del 22 ottobre 2017, data che lo ha visto protagonista, insieme al Coro della Diocesi di Roma, del concerto diretto da mons. Marco Frisina presso la Sala Paolo VI in Vaticano, in occasione del Giubileo delle Corali per il Giubileo della Misericordia. Oggi il Piccolo Coro continua a vivere attraverso l’entusiasmo dei suoi giovani membri. Sono loro a raccontare cosa significhi far parte di questa comunità musicale: c’è chi, come Desiree (11 anni), ha scoperto che “quando canto con i miei amici devo ascoltarli per restare insieme nel tempo e nel suono. Se qualcuno si perde, lo aiutiamo. È bello perché nessuno resta indietro” e chi come Elena (11 anni) confida: “Abbiamo imparato che per stare in armonia bisogna rispettarsi. Anche se siamo tanti, la voce di ognuno è indispensabile”. Durante le prove, tra respiri condivisi e risate che riempiono le sale, ai bambini viene naturale riflettere su cosa rappresenti per loro la musica. “È come un amico che ti fa stare bene, anche quando sei triste”, dice Chiara (9 anni), mentre Giorgia (12 anni) aggiunge: “Quando canto mi sento libera, come se il mondo diventasse più bello”. Affiorano anche i ricordi del primo giorno di prove, il primo di una lunga serie: “Il teatro mi sembrava enorme! Avevo paura di sbagliare, ma poi ho capito che potevo e dovevo farcela”, racconta Valeria (9 anni). Accanto a lei, Sara (11 anni) con orgoglio aggiunge: “Mi sono sentita importante, come un’artista vera”. Ripensando all’emozione dell’esibizione a Italia’s Got Talent dello scorso ottobre, il racconto si fa corale: “Il cuore batteva a mille!”, gridano all’unisono. E se si chiede loro di descrivere il Piccolo Coro in tre parole, la risposta arriva immediata: “Amicizia, musica e felicità”.  Abbiamo intervistato per voi la direttrice, Maria Carmela Ranieri.

Direttrice, com’è nata la sua passione per la musica? È cominciato tutto in banda: lì ho scoperto la gioia del suonare insieme e del respiro comune che ci tiene uniti. Poi ho deciso di entrare in Conservatorio e, nei primi anni di studio, l’incontro che mi ha cambiato la strada: la classe di canto corale. Dopo il diploma di strumento musicale e quello in Didattica della musica, ho proseguito con musica corale e direzione di coro, perché sentivo che la mia voce, più che come solista, voleva vivere dentro le voci degli altri. Per molti anni ho diretto il Coro Polifonico dell’Università della Calabria: è stata la mia bottega, il luogo in cui ho imparato quanto un coro sappia educare all’ascolto, alla responsabilità e alla bellezza condivisa. Nel 2008, in occasione della Tosca, mi fu affidata la preparazione del coro di voci bianche: da quella esperienza nacque un progetto che, poco dopo, venne istituzionalizzato. Da allora non ci siamo più fermati. Tra pochi giorni, il 20 novembre, nel giorno del compleanno del Teatro, festeggeremo anche noi: compiremo 17 anni.

Il coro è una vera palestra di vita. In che modo la pratica corale contribuisce a sviluppare nei bambini valori come la disciplina, la cooperazione e l’ascolto reciproco? Il coro educa naturalmente all’ascolto reciproco: non si può cantare insieme senza imparare ad ascoltare l’altro. Ogni bambino scopre che la propria voce è importante, ma lo è ancora di più quando si unisce alle altre in armonia. Nella pratica corale convivono disciplina e libertà: la disciplina serve per rispettare tempi, regole, silenzi e dinamiche; la libertà è quella dell’espressione, del gioco e della creatività. Cantare insieme insegna a condividere, ad aspettare, a collaborare, a superare le difficoltà con l’aiuto del gruppo. In questo senso, il coro è una piccola scuola di vita. Le ragazze più grandi si prendono cura delle più piccole e, nel lavoro quotidiano, si abbattono le barriere d’età.

Il Piccolo Coro del Teatro Rendano è una realtà unica in Calabria. Qual è, secondo lei, la chiave di crescita per far crescere e mantenere vivo nel tempo un progetto culturale di qualità come questo? La chiave è duplice: da un lato la passione per la musica, dall’altro il piacere di avere obiettivi grandi e perseguirli insieme con tutta la nostra forza. Un coro di voci bianche e giovanili non è solo un insieme di bambini e ragazze che cantano, ma un progetto artistico e sociale. Occorre crederci fino in fondo, costruendo un percorso solido fatto di ascolto e valori condivisi. Obiettivi come concorsi importanti ed eventi di grande rilievo sono fondamentali, perché legano il coro a un contesto istituzionale e artistico di alto livello, creando una sinergia tra scuola, famiglia, garantire continuità e qualità nel tempo. arte e territorio. Solo così si può garantire continuità e qualità nel tempo.

Com’è nata l’idea di portare il Piccolo Coro del Teatro Rendano sul palco di Italia’s Got Talent (https://www.youtube.com/watch?v=J95fRh2jgSY) e cosa ha rappresentato per lei condividere questa esperienza con i ragazzi? In realtà non siamo stati noi a proporci: è stata la produzione di Italia’s Got Talent a contattarci, dopo aver visto alcuni nostri video e riconosciuto nel coro qualcosa di speciale. All’inizio eravamo increduli, poi abbiamo deciso di accettare la sfida con lo spirito di sempre: cantare insieme, con autenticità e gioia. Per me è stato meraviglioso condividere quell’esperienza con i ragazzi, vederli emozionati ma uniti, consapevoli di rappresentare non solo se stessi, ma un’idea di musica che parla di armonia, rispetto e bellezza condivisa. È stata un’esperienza intensa, che ci ha insegnato tanto e che resterà per sempre nel cuore di tutti noi.

L’effetto sonoro della pioggia, che ha introdotto l’esibizione, ha catturato e stupito tutti. Quale significato racchiude? La pioggia è per noi simbolo di rinascita e armonia. Ogni goccia ha un suono diverso, come ogni voce nel coro: solo quando cadono insieme creano un ritmo, una melodia, un’emozione condivisa. Abbiamo voluto evocare la natura come metafora della coralità: un insieme di elementi che, uniti, diventano poesia sonora.