Sport
Conferenze stampa saltate e progetti senza “brand”
Dopo le ultime vicende in casa Cosenza
Al di là del detto, c’è un mondo nell’animo di mister Antonio Buscé. Da quando è arrivato a Cosenza, ha vissuto conferenze stampa a metà, con pochi cronisti, quasi surreale per una piazza così appassionata, e altre volte (come ieri) non ha proprio tenuto la conferenza, affidando all’addetto stampa le dichiarazioni per iscritto. Sì, vorremmo essere nell’animo di Buscé per scoprire il non detto, ritrovare le strategie tese a isolare la squadra dai paradossi esterni, con una piazza totalmente ostile alla proprietà e che diserta lo stadio.
E vorremmo essere anche nell’animo del dg Salvatore Gualtieri, che ha tenuto una conferenza stampa degna della città ideale o del migliore dei mondi possibili celando (non alla città e crediamo neanche a sé stesso) che non c’è la benché minima condizione esterna per pensare a obiettivi e progetti futuri. Neanche ai più minimi, che poi in una realtà calcistica qualsiasi sono l’ovvio. E ci riferiamo al coinvolgimento dei calciatori in iniziative sul territorio, roba vecchia come il mondo del calcio, che Cosenza ha vissuto già oltre 40 anni fa, e che oggi viene spacciata per promozione del brand. Sì, ma di quale brand si parla?
Magari fosse quello del Cerignola. 56 mila abitanti, non troppo più piccola di Cosenza. Lo stadio Monterisi è già stato stato ritenuto il miglior campo in erba sintetica della Lega Pro. E, spulciando sul sito ufficiale, le aziende locali che hanno legato il loro nome alla squadra sono oltre 100!
