Chiesa
Card. Semeraro: I martiri sono un segno
In occasione della celebrazione ecumenica di domenica 14 settembre a San Paolo fuori le mura, a Roma, che sarà presieduta da Leone XIV, il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, parla al Sir di cosa significa oggi essere martiri.
“Un’occasione preziosa nell’Anno giubilare”, come ha detto don Angelo Romano, relatore generale del Dicastero delle cause dei Santi – “per riflettere sulle storie di questi testimoni di speranza, perché senza di essa non avrebbero accettato di perdere la vita nel nome di Gesù”. I nuovi e vecchi martiri. Il card. Semeraro ha affrontato il tema dell’attualità del martirio nel suo intervento martedì 9 settembre nella chiesa di San Bartolomeo all’isola, a Roma, alla presentazione del libro “Nuovi martiri. 443 storie cristiane nell’Italia di oggi” di Luigi Accattoli e Ciro Fusco. Non c’era luogo più appropriato della chiesa del Fatebenefratelli perché custodisce il Memoriale dei martiri del XX e XXI secolo.Eminenza, come è cambiata la concezione oggi del martirio?Il cambiamento si è sviluppato negli ultimi anni. Già Papa Giovanni Paolo II, quando si fermò ad Agrigento, fece una tappa per incontrare i genitori di Rosario Livatino di cui parlò usando l’espressione “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Sembrava che proponesse una nuova tipologia di martirio perché non parlava di quello classicamente inteso, motivato dall’odio per la fede, ma di quello guidato dalla causa della giustizia. Non è una distinzione netta, esiste un unico martirio. Parlando di fede non ci si riferisce solo alla ragione del persecutore ma soprattutto di chi subisce il martirio.Il martirio classico si subisce, il dono della vita è un’azione di offerta, non un gesto passivo, che però implica comunque un subire in virtù della fede stessa.Nelle conclusioni del libro è citata una lettera di Benedetto XVI che dice: “Se il motivo che spinge il martirio resta invariato, sono invece mutati i contesti culturali del martirio e le strategie ‘ex parte persecutoris’ che simula differenti ragioni, per esempio, di natura politica e sociale”.Come mai Giovanni Paolo II fece quella precisazione, “martire della giustizia e indirettamente della fede”?La causa di canonizzazione di Livatino inizialmente doveva essere “per l’esercizio eroico della virtù”, mentre si è conclusa per il martirio. Quando uno dei due assassini raccontò il motivo dell’omicidio del magistrato disse: “Sapendo che era un cristiano coerente non avrebbe mai accetto i nostri compromessi”. A motivo della coerenza della sua vita cristiana, questa scelta della Chiesa suggerisce un cambiamento nella concezione del martirio.I martiri sono solo quelli cattolici?In alcune situazioni della vita certe distinzioni scompaiono.La Chiesa canonizza solo i cattolici ma questo non vuol dire che i martiri siano solo tra i suoi seguaci.Per esempio, il pastore protestante tedesco Dietrich Bonhoeffer tornò in patria apposta dall’America, durante la Seconda Guerra mondiale, perché sentiva che il suo popolo, in Germania, aveva bisogno di lui, andando così incontro al martirio. Le ultime pagine del libro sono dedicate all’ecumenismo del sangue: perché limitarlo solo ai cristiani? I martiri di altre religioni sono i semi di vita nuova, sono segno di una nuova società.Si sono aggiunte nuove “categorie” di martiri?C’è una sezione dedicata a coloro che hanno aiutato gli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale. Nonostante non sia contenuta nel libro in quanto non sono italiani, voglio citare la famiglia polacca degli Ulma proclamata beata in quanto martire. Un’intera famiglia, marito, moglie e sette figli, di cui uno morto appena uscito dal grembo materno. Furono uccisi dai nazisti poiché avevano scelto di nascondere per diversi mesi una famiglia di ebrei. La Commissione teologica del Dicastero ha ritenuto di inglobare anche i bambini come martiri innocenti, senza fare distinzioni, anche se a nessuno di loro è stato chiesto di rinnegare Gesù. Non hanno difeso Cristo, ma la radice da cui è nato Cristo.
Elena Nencini e Mariachiara Caccamo
