Diocesi
A Rende la testimonianza di fra’ Vito D’Amato, padre spirituale di Chiara Corbella Petrillo
“Qualsiasi cosa farai, avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna”, con queste parole si è aperto l’incontro testimonianza di Frate Vito D’Amato, padre spirituale della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo, nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova di Rende giovedì 16 ottobre. In una chiesa gremita di fedeli, padre Vito ha ripercorso le tappe di vita di Chiara Corbella, partendo dalle immagini del suo funerale, in cui tutto parlava di eternità, nonostante la morte corporale perché “ad una enorme tribolazione – quella della morte di due figli appena nati e poi della malattia di Chiara- corrisponde un’enorme consolazione”. Questa consolazione, ricevuta come grazia dal Cielo, traspariva dalle parole della stessa Serva di Dio, in una videotestimonianza registrata a Medjugorje pochi mesi prima della sua nascita al Cielo. La storia di Chiara Corbella testimonia, infatti, che è possibile parlare di nascita sempre, anche quando di fronte c’è la morte. “Siamo nati e non moriremo mai più”, sono parole che ricorrono nella vita di Chiara Corbella, che ha portato avanti due gravidanze nella consapevolezza che quei figli, subito dopo la nascita, sarebbero andati in Cielo, e poi ha dovuto fisicamente separarsi dal figlio nato grazie alla sua perseveranza nel voler portare avanti la terza gravidanza, ritardando le cure per un tumore aggressivo che l’aveva colpita proprio durante la gestazione. “Chiara è morta felice a 28 anni e ci ha lasciato in eredità un’immagine evangelica molto forte, quella del chicco di grano che morendo produce frutto”, così padre Vito. L’incontro è stato intervallato da alcuni brani musicali, dedicati a Chiara Corbella, il primo eseguito dal Kantiere Kairos intitolato “Siamo nati e non moriremo mai più”, il secondo da Aura Christian Music feat. Romilda intitolato “Un salto verso il cielo”. Abbiamo poi chiesto a Frate Vito come la testimonianza di Chiara Corbella Petrillo possa aiutare i giovani e le famiglie di oggi e ci ha risposto così: “La bellezza di Chiara e l’utilità della sua testimonianza non è costituita solo dai miracoli che ha vissuto e che ,ancora oggi, per sua intercessione avvengono, ma nel fatto che la sua testimonianza aiuta le persone a vivere alcune esperienze (una gravidanza, un matrimonio, affrontare una malattia o la morte stessa) come un miracolo, così come è successo a lei”. La grazia di vivere la Grazia, usando le parole che la stessa Serva di Dio, ha adoperato quando già sapeva di essere malata terminale e di dover lasciare fisicamente il marito che tanto amava e il piccolo Francesco di solo un anno di vita. Quello che colpisce di questa giovane, che tanti pregano recandosi anche sulla sua tomba e quella dei suoi due figli al cimitero Verano di Roma, è la semplicità e l’abbandono alla volontà di Dio perché “l’importante nella vita non è fare qualcosa ma nascere e lasciarsi amare”. Ecco che allora anche la più fragile delle vite terrene è di una preziosità immensa perché permette a qualcuno di amare. La vita terrena e la vita eterna di Chiara Corbella Petrillo sono un inno all’Amore che non muore. Il silenzio assoluto, che ha permeato l’intero incontro, parla della bellezza di questa testimonianza che è preziosa, soprattutto per i giovani, perché permette di vedere l’oltre di Dio in ogni situazione.
