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Rogliano, le grotte della banda Monaco

I due siti potrebbero aver ospitato i briganti
legati alla leggendaria figura di “Ciccilla”

Rogliano, le grotte della banda Monaco
CICCILLA B

Il luogo è tra i più famosi (e visitati) in Calabria per la presenza della casetta sull’albero e per  l’insieme di proposte legate ad un turismo di nicchia di tipo naturalistico e culturale che ha creato i presupposti per l’istituzione di una fattoria didattica. La Tenuta Bocchineri si trova a Rogliano, a pochi passi dal centro abitato. All’interno del sito sono presenti due cavità naturali (una è stata scoperta da poco). Si pensa possano essere state utilizzate per attività di brigantaggio, nella seconda metà dell’Ottocento. L’ipotesi è legata alla figura di Pietro Monaco, soldato borbonico poi volontario garibaldino quindi brigante, marito della leggendaria “Ciccilla” (al secolo Marianna Oliverio, nativa di Casole Bruzio) passata alla storia come una delle più feroci brigantesse attive nel Mezzogiorno. Sul piano storiografico la notizia è riportata nel volume di Peppino Curcio dedicato proprio a “Ciccilla” a proposito dell’agguato ai mugnai Marco e Domenico Spadafora, avvenuto in località “Ara”  di Santo Stefano di Rogliano (a poche centinaia di metri dal sito) la mattina del 13 dicembre 1861. La banda, che contava circa quaranta elementi,  è rimasta famosa per le scorribande e le attività criminali compiute a danno di notabili e religiosi. Tra le vicende più efferate, il sequestro di Achille Mazzei e Antonio Parisio, due figure vicine al governatore di Calabria Citra, Donato Morelli. Un fatto avvenuto proprio a Santo Stefano di Rogliano. Da qui il collegamento con  la Tenuta Bocchineri, che si trova a monte del “Mulino Spadafora”, punto di passaggio, all’epoca, di un’area vocata con molta probabilità ad attività di tipo agricolo e pastorale.  Per la cronaca, Pietro Monaco fu tradito e ucciso da tre seguaci la sera del 23 dicembre 1863 in territorio di Pedace. La consorte, invece, fu catturata qualche mese più tardi a Caccuri, processata e condannata prima a morte e poi al carcere a vita nella Fortezza delle Fenestrelle,  nei dintorni di Torino. Le grotte che potrebbero aver ospitato i componenti della Banda Monaco fanno parte del contesto museale allestito all’interno della Tenuta. Un progetto  che ha come obiettivo il recupero e la promozione della Memoria. La prima, in cui  stati ritrovati oggetti risalenti all’epoca risorgimentale, è stata restaurata e allestita. La seconda, che si trova posizionata sotto una radice di albero di castagno, risulta in buona parte distrutta in seguito a lavori di taglio e raccolta legname. Attualmente è in fase di restyling.     

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