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Le Acli Colf in udienza dal Papa

Il Santo Padre Francesco: “Farsi carico delle esigenze e delle sofferenze altrui“

papa Francesco

«Se si vuole riscattare il lavoro e creare per le persone una condizione di dignità da tante situazioni di scarto e di sempre più drammatica discriminazione, bisogna ripartire da regole e tutele globali e farsi carico delle esigenze e delle sofferenze altrui, è necessario un lavoro “veramente ed essenzialmente umano”, perché quello attuale, per tanti lavoratori a giornata, per migranti e precari e soprattutto per tante donne - a cominciare da domestiche, badanti e venditrici ambulanti - è “pericoloso, sporco e degradante».

Queste significative frasi di Papa Francesco hanno fatto da cornice alla partecipazione -  all’udienza generale in Vaticano la scorsa settimana -  della delegazione Acli Colf (e della presidenza nazionale aclista) in occasione della “Giornata Internazionale del Lavoro Domestico“. La segreteria nazionale ACLI Colf, Giamaica Puntillo, ha portato il saluto ed ha ringraziato il Santo Padre per il Suo impegno in difesa dei diritti dei lavoratori, donandogli la bandiera dell’Associazione come segno di stima e rispetto. Con questo appuntamento, al quale sono intervenute anche alcune badanti in rappresentanza della categoria, le Acli Colf hanno voluto testimoniare la loro costanza e quotidianità nella tutela e nella promozione del settore domestico e di cura.

Le celebrazioni della “giornata” sono proseguite realizzando una puntata speciale di “Domestichi-Amo. Una finestra sul lavoro di cura”, che va in onda quindicinalmente in diretta fb, nella quale si è discusso dell’impatto della situazione pandemica nel lavoro domestico che ha causato disoccupazione, sconcerto e smarrimento.  Il quadro che emerge, ha chiarito Giamaica Puntillo, registra la persistente diffusione del lavoro nero che si attesta intorno al 60% del totale. Un fenomeno allarmante, diffuso in tutta la Penisola, con punte elevate nel Mezzogiorno. Il lockdown dell’anno scorso, ma anche la sanatoria dell’estate 2020, hanno consentito l’emersione di parte del lavoro irregolare, sebbene poi si siano registrate numerose chiusure di contratti, sia per la crisi economica di molte famiglie, sia per paura del contagio.

Senza un’adeguata politica ed un opportuno decreto flussi – chiariscono le Acli -  la piaga del lavoro “nero e grigio” difficilmente verrà contrastata e vinta in un segmento costituito quasi prevalentemente da soggetti già di per sé fragili. Il recente contratto, offre prospettive di sostentamento all’intero comparto, riconoscendo alcuni importanti diritti per la categoria mentre persistono colpevoli ritardi in tutti quegli aspetti che dovrebbero legare la formazione, la certificazione delle competenze, le azioni di sportello.

Limitate o nulle sono le azioni in ambito nazionale: ad esempio, ancora poco si fa a livello fiscale per alleggerire le famiglie dalle spese per la cura dei propri cari, nonostante alcune detrazioni previste.

Le Acli Colf, comunque, proseguono nel loro impegno, fiduciose che si possa garantire maggiore tutela e dignità a queste donne e uomini, il cui operato si rivela ogni giorno più indispensabile e insostituibile.

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