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Cosa sarà dopo la strage di Bruxelles?

Il mondo sportivo prova a rialzarsi dopo l’ennesimo terribile attentato terroristico.

Cosa sarà dopo la strage di Bruxelles?

La parola d’ordine è: attenzione, grande sensibilità, ma nessun cedimento. Anche il mondo sportivo prova a rialzarsi dopo l’ennesima terribile strage terroristica di Bruxelles. Il ritornello sembra essere sempre lo stesso, un po’ come accaduto qualche mese fa per l’ecatombe di Parigi: dobbiamo andare avanti, se ci fermassimo la daremmo vinta al terrore, lo sport deve unire e non dividere. Tutto giusto. Però occorre capire che in questi mesi l’approccio e la sensibilità di tutti verso questo tipo di accadimenti, sta purtroppo cambiando. Un tempo una tragedia simile era vista quasi come una sorta di fatalità, episodio singolo all’interno di un processo storico che ha sempre causato vittime, ma isolate, con fenomeni una tantum, terribili certo, ma che si potevano ben circoscrivere. Ora sembra non sia più così. Per cui anche la percezione dello sportivo, magari non proprio dell’agonista, ma dello spettatore, del tifoso che riempie gli stadi, si è fatta col tempo molto più prudente, quasi attendista, legando la sua partecipazione ai futuri eventi solo a un’evoluzione in senso positivo di quanto sta accadendo. Quella del tifoso insomma, non è più una cambiale in bianco, ma una partecipazione condizionata. Lo sa bene l’Uefa che ha subito fatto sapere che in ogni caso il prossimo giugno l’Europeo di calcio in Francia si disputerà regolarmente e che non ci saranno partite a porte chiuse, sapendo benissimo però che, se le autorità, l’intelligence o le forze a cui si delega l’ordine pubblico, definiranno la tal partita “ad alto rischio”, non potranno far finta di niente, adeguandosi alle misure che verranno ritenute necessarie in quel momento e che potrebbero andare dalla partita non disputata o differita, o addirittura spostata in altra sede come è accaduto recentemente per l’amichevole Belgio-Portogallo, al match senza spettatori sugli spalti.

Ma non è solo il calcio a tremare: tutto lo sport si sente ostaggio di questo incubo e fatalmente dovrà passare molto tempo per non avvertire più quella situazione di disagio più o meno marcata di chi assiste a un evento in luoghi affollati, che siano essi sportivi o no. Il pensiero è ad esempio rivolto alle classiche nordiche del ciclismo, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi in programma il 20 e 24 aprile, ma il pensiero si proietta fino alle Olimpiade di Rio nel cuore dell’estate, perché se è vero che è l’Europa ed essere stata appena colpita a morte, è altrettanto vero che il terrorismo integralista ha allargato i suoi confini al mondo intero. Ne è una prova la terribile strage avvenuta qualche giorno fa in un piccolo villaggio dell’Iraq, Al Asrya, dove la follia terrorista allo stadio ha causato una strage di ragazzi durante un torneo di adolescenti. Tra le 41 vittime, 17 erano di un’età tra i 10 e i 16 anni, senza contare i 105 feriti (oltre all’attentatore kamikaze).

Fonte: Sir
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