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Il sacerdozio è amore, ubbidienza e condivisione

Don Franco Maio celebrerà il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio il prossimo 28 giugno nella Chiesa madre di Grimaldi

Il sacerdozio è amore, ubbidienza e condivisione

Originario di Grimaldi, Don Franco Maio classe 1943, si appresta a vivere con spirito di gratitudine al Signore e ai tanti fedeli con i quali ha condiviso questo lungo pezzo di strada insieme, il suo cinquantesimo anniversario di odinazione sacerdotale, che sarà celebrato il prossimo 28 giugno nella chiesa madre di Grimaldi. Abbiamo deciso di raccogliere sul nostro settimanale la sua preziosa testimonianza di fede e di cammino nella Chiesa. 

Ritorniamo con la mente a quel primo sì detto al Signore cinquant’anni fa. Quali sono i ricordi che riaffiorano?
Sono davvero tanti. Ricordo i sacerdoti che mi hanno accolto, i miei genitori che non ci sono più, i tanti amici e parenti che erano con me quel giorno, e non devo fare altro che ringraziare il Signore perchè mi ha concesso la grazia di celebrer questo importante anniversario.

don franco maio (5)

Tre parole chiave che hanno contrassegnato questo mezzo secolo di cammino con il Signore.
Amore, ubbidienza e condivisione. Amore alla Chiesa; ubbidienza ai Vescovi; condivisione con la gente, soprattutto quella povera e umile anche perché per ben 25 anni ho vissuto a San Vito, in uno dei quartieri più popolari di Cosenza.
Come sono cambiati in questi anni i fedeli e la pastorale nelle parrocchie?
Quando sono stato ordinato il 28 giugno del 1969 era da poco terminato il Concilio Vaticano II e c’era tanto entusiasmo e voglia di fare da parte di tutti. Nello stesso tempo si usciva da un periodo di contestazione che in qualche modo aveva toccato anche la Chiesa e quindi i giovani erano difficili da avvicinare proprio perchè la pensavano molto diversamente da come noi che eravamo stati educati ad una pastorale impostata sul modello di quella di fine anni ’60. Poi nel corso degli altri anni è cambiata tutta la società. È cambiata la famiglia, sono stati introdotti il divorzio e l’aborto che secondo alcuni sanciscono una sorta di libertà. Abbiamo quindi iniziato a trovare delle difficoltà serie nella nostra pastorale. Prima si aspettava la gente che venisse in chiesa, poi abbiamo capito, come dice oggi papa Francesco, che dovevamo essere noi ad andare incontro ai fedeli.
Gioia e dolori di questi 50 anni di sacerdozio.
È davvero difficile riassumerli in una breve intervista. Tante sono state le gioie, prima su tutte la gioia dell’ordinazione; poi quella di aver costruito una chiesa in via degli Stadi; a seguire poi le tante gioie di quando si amministrano i sacramenti e quelle legate ad alcune vocazioni sorte nell’ambito della comunità parrocchiale.
Le sofferenze ci sono state anche, alcune legate ai malanni fisici di cui però ringrazio il Signore perchè li ho superati e riesco a celebrare i cinquant’anni di sacerdozio; altre legate a quando i fedeli non corrispondevano agli sforzi fatti, ma queste sono cose riconducibili alla vita del sacerdote.
Che consiglio daresti oggi ad un giovane sacerdote?
Non è facile perché molto spesso per i giovani è difficile accettare i consigli degli anziani. Ma comunque lo faccio lo stesso dicendo loro di continuare ad avere sempre lo stesso entusiasmo dei primi anni di sacerdozio, quell’entusiasmo che li porta non solo a mostrarsi, ma ad “essere”, mantenendo sempre accesa la scintilla dell’ordinazione, ritornando ogni giorno a quel primo sì.
Pensi che oggi sia più facile o più difficile dire di sì al Signore?
Oggi è molto più difficile perché noi trovavamo nell’ambito della famiglia la culla della vocazione, mentre ora è più difficile trovare un nucleo familiare che ti aiuta e ti sprona a coronare il tuo sogno di seguire il Signore nel sacerdozio. Altro aspetto da aggiungere è che oggi ci sono tanti ostacoli nella vita sociale, economica, nelle professioni che ti spingono a dire di no al Signore che chiama. Infatti, come diceva San Giovanni Bosco “un ragazzo su tre ha la vocazione al sacerdozio” ma, a quanto pare, i numeri raccontano un’altra realtà.

Studi, parrocchie e incarichi

Don Franco Maio iniziò la formazione nella metà degli cinquanta con scuola media e ginnasio a Cosenza al vecchio seminario arcivescovile. Poi il S. Pio X a Catanzaro per otto anni dove il giovane Franco fa il liceo e gli anni di teologia. Dopo l’ordinazione per i primi anni è segretario particolare e cerimoniere di monsignor Picchinenna. Il primo incarico pastorale come vicario sostituto a Manneto di Celico per circa un anno poi vice parroco a Cristo Re a Cosenza. Per i sei anni successivi lavora in due frazioni di Aprigliano e infine a Cosenza a via degli Stadi per ben 25 anni “con il mandato preciso di monsignor Selis di ricostruire la comunità e di erigere la nuova chiesa”. A San Vito segue il suo servizio sacerdotale nella parrocchia della B. Vergine di Lourdes a Roges. Dopo questa esperienza parrocchiale don Franco è nominato canonico e cappellano nella clinica del Sacro Cuore prima, dell’Inrca poi. Oggi è decano del capitolo della Cattedrale di Cosenza.
Altri incarichi ricoperti in diocesi sono stati: delegato del clero diocesano e, per gli ultimi 20 anni, direttore dell’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi.

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