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L'associazione culturale "L'Eco Giovanidee" stupisce tutti mettendo in luce i talenti del territorio bruzio

Una "mostra nella mostra" al Castello Normanno di Rende

Vi raccontiamo il nostro pomeriggio al Museo d'Arte Contemporanea Bilotti tra giovani artisti

Una "mostra nella mostra" al Castello Normanno di Rende

Grinta, voglia di scommettersi e uno smisurato desiderio di comunicare bellezza, attraverso l’arte di giovani di Cosenza e d’intorni, ha caratterizzato la II edizione di “Giovani in Mostra”, organizzata dal team dell’associazione socio-culturale “L’Eco Giovanidee”, guidati da presidente Francesco Coscarella, svoltasi nel pomeriggio del 24 marzo, presso il Castello Normanno di Rende. Tra gli organizzatori dell’evento, la nostra collaboratrice di Redazione, Michela Curcio. A far da loro da madrina, l’artista e poetessa, Teresa Principe che ha esposto tre sculture in argilla: “Amara Terra Mia”, “Genesi” e “Un peso nel cuore”.

L’iniziativa ci pare è meritoria perché valorizza il centro storico rendese, arricchendo il contest dedicato a giovani artisti grazie alla possibilità di visitare gratuitamente il piano superiore della struttura, in cui si trova allestito il Museo d’Arte Contemporanea Bilotti, creando nei numerosi visitatori la suggestiva sensazione di vivere l’esperienza di “una mostra nella mostra”. Per noi di Parola di Vita, una guida d'eccezione alla scoperta delle opere esposte al Bilotti, il dott. Roberto Sottile, collaboratore dell'Assessore ai Beni Culturali Marta Petrusewicz, in qualità di curatore del polo museale rendese.

Così è stato possibile trascorrere un gradevole pomeriggio, alla curiosa scoperta di pittori, fotografi e illustratori che ci hanno mostrato e spiegato le loro opere in esposizione, centrando e scuotendo, con le loro parole o con la forza dii gesti, altrettanto comunicativi, la nostra sensibilità artistica, come nel caso di Giuseppe Martire che ha proposto ai visitatori un trittico “Il Circo dell’Arte”, acrilico su tela, ispirato in chiave contemporanea alle “Prigioni di Michelangelo”, che invitano a riflettere su una società scialba e schiava, tenuta al guinzaglio. Ci colpisce, in particolare, tra le tre figure rappresentate (le prime due, a partire da sinistra, una donna e un uomo) la terza: un bambino “drogato”, con sguardo assente e diversi smile-emoticon attorno al suo corpo, che indicano la non autentica felicità che sembra caratterizzare le relazioni umane ai tempi social. I soggetti sono nudi, mal ridotti, sofferenti nel corpo e nello spirito, censurati nelle loro intimità, per non offendere il falso pudore di chi, oggi, non si accorge che si prepara un’era popolata da zombie.

E proseguendo il nostro viaggio tra dipinti e fotografi, ci soffermiamo sul più giovane artista, Giuseppe Pio Raho di 16 anni, studente del Liceo Scientifico Scorza, cha ha ereditato la passione per la fotografia dalla sorella e che utilizza questa tecnica per immortalare scorci di bellezza del centro storico bruzio. Tra i colleghi in arte della sezione fotografi, molti studenti universitari di Facoltà tecniche e scientifiche, che amano dar sfogo alla propria vena artistica da dietro un obiettivo tra cui, per citarne alcuni, ci colpiscono gli scatti “di solitudini” in bianco e nero, colte nei viaggi da Margherita Perri o i soggetti paesistici, i sentimenti d’amicizia immortalati da Carmine William Amato, da Luisa Francesca Le Neve o da Maria Francesca Astorino che in una calda giornata estiva, che ci ha reso lo scatto di un timido scoiattolo nero silano.

Ritornando alle opere pittoriche, segnaliamo la ricerca di nuove cromie di Viviana Toro, che con i suoi esperimenti artistici intende dare risalto alle candite forme della figura femminile rappresentata in “Opposti” o ancora l’impressionante capacità mostrata in “Pensieri e Incertezze” da Noemi Barberio in cui si vede, su sfondo bianco, un volto maschile in cui la fronte inizia a “sfumare” ricordando concretamente i momenti in cui, i pensieri di ciascuno di noi, sembrano “evaporare” prede dell’incertezza.

Degna di nota la produzione artistica di Santina Filippelli, che utilizza l’arte anche per dar sfogo a momenti di rabbia, ingentilendo questo sentimento nella resa del soggetto artistico da lei scelto: preziose, ipnotiche, accattivanti le opere come “La Tigre” o il ritratto di donna anziana, ispirato al volto di una familiare. Ricordi e sensazioni, un mix ben proposto dell’esperienza di vita della Filippelli.

E scorrendo le pareti le molte opere in esposizione, notiamo una “camera oscura”: si tratta di una parte scelta da Francesco Esposito, in arte Frame, per esporre ritratti che si esaltano con luce UV. I suoi soggetti s’ispirano al cyberpunk futuristico e agli scritti di Gibson. E a proposito di scrittori, ci accorgiamo che in esposizione vi sono i libri di Elle Caruso, che ha anche realizzato la grafica delle sue copertine. I soggetti narrati da Alessia, in arte Elle Caruso, sono romanzi su artisti.

Chiudiamo questa rassegna con una tecnica che ci ha incuriositi, ossia quello dello pseudo-mosaico, opere d’arte che da lontano sembrano mosaici e, invece, da vicino ci si accorge che sono realizzati con la pittura, realizzati da Ilaria Turano.

Aspetteremo con ansia la prossima edizione dell’evento, curiosi di scoprire molti altri artisti, con la speranza che il loro talento abbia la giusta ricompensa in “patria” prima che altrove.

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