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Mons. Suetta su esibizione Lauro: "ha deriso e profanato i segni sacri della religione"

"Ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avallare ed organizzare simili esibizioni". Il commento di Adriano Fabris, docente di etica della comunicazione all'Università di Pisa. 

Mons. Suetta su esibizione Lauro: "ha deriso e profanato i segni sacri della religione"

Grossa reazione da parte del vescovo di Ventimiglia - Sanremo ha suscitato la modalità dell'esibizione di Achille Lauro nella prima serata del Festival di Sanremo. Il presule ligure ha evidenziato "la brutta piega" che la kermesse canora ha ormai preso da tempo. Anche negli scorsi anni non erano mancate le polemiche sull'utilizzo dei temi religiosi in una delle trasmissioni più importanti dello spettacolo italiano. 

Mons. Antonio Suetta ha parlato di “penosa esibizione del primo cantante", che "ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante”. Il presule osserva che “il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo”. “Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso”, aggiunge mons. Suetta. Da parte sua denuncia “ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga”. Ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati”.

Il commento

“Un Festival abbastanza prevedibile, che vuole essere attento a tutte le esigenze. Un menu concepito per tutti i palati, da Gianni Morandi, 77 anni, ad Achille Lauro con pantaloni di pelle, piedi nudi e petto tatuato”: non ha dubbi Adriano Fabris, professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa, commentando al Sir la prima serata del Festival di Sanremo. Anche Achille Lauro, che ha suscitato polemiche per il suo “auto battesimo” alla fine della canzone, molto simile alla sua “Rolls Royce”, “non riesce a stupire”: “È talmente prevedibile che quasi viene a noia. Non so cosa potrà inventarsi in futuro per scandalizzare”. La performance di Lauro come il ciondolo con la foglia di cannabis di Ornella Muti “sono fatti appositamente per creare scandalo o nascondono interessi”. Ma, prosegue Fabris, “mi chiedo perché far esibire Lauro in primissima serata, in un orario in cui davanti alla tv ci sono ancora i bambini e i vecchietti.

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