Attualità
Hiroshima – Triste anniversario dal quale non abbiamo imparato nulla

Era il 6 Agosto del 1945, alle 8:15 del mattino, quando il pilota il pilota dell’Enola Gay, Paul Warfield Tibbets, sganciò la prima bomba atomica della storia su Hiroshima. Tre giorni dopo (9 Agosto 1945), alle 11.02, una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki; alla fine si contarono più di 210.000 morti e 150.000 feriti a causa delle due esplosioni. Sono passati ottant’anni, ma ancora il rumore assordante della guerra, delle bombe lanciate dal cielo che colpiscono quasi sempre poveri e indifesi, continua ad echeggiare. Ucraina, Gaza, le guerre definite a nassa intensità tra i popoli africani, e tanti altri scenari di follia, di genocidio e di conflitto dichiarano la sconfitta di una umanità che non ha imparato la lezione. Ci si volta dall’altra parte, si sorvola su vecchie e nuove forme di guerra. Oggi nuove bombe, ancora più cruente vengono utilizzate, armi non convenzionali, compresa la fame come via per distruggere e annichilire. Anche le grandi convenzioni internazionali, ultime barriere per la difesa di diritti inviolabili anche in caso di conflitti, sono caduti e nuovi progetti di annessione e conquista totale vengono annunciati. Anche quest’anno ci saranno celebrazioni e tantissime le voci si leveranno per ripetere: “Non deve succedere mai più”, ma sta già accadendo. La terribile minaccia atomica rimane.
Sono ancora 13.000 le testate nucleari nel mondo, pronte a distruggere. Lo scorso 22 gennaio è entrato in vigore il Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN), che, se ratificato da tutti gli Stati, porterebbe alla fine della minaccia nucleare sull’umanità ma purtroppo molti Stati, compresa l’Italia, non lo ha ratificato.
Allora oggi non dobbiamo solo ricordare, dobbiamo chiederci che cosa significa ricordare!