Chiesa
Shine to Share, influencer cattolici pellegrini a Roma
Ci sono giovani che sanno raccontare la Chiesa. Lo fanno con parole nuove, con creatività, ma soprattutto con il desiderio autentico di condividere ciò che vivono. Non predicano, ma raccontano. È quello che accade in “Shine to Share”, un progetto realizzato dalla Chiesa Cattolica grazie al Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, del Servizio per il sostegno economico della CEI e dell’8×1000, in collaborazione con la diocesi di Milano e Caritas Ambrosiana. Un’idea semplice e coraggiosa: formare giovani capaci di comunicare bene il bene con la supervisione didattica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo il primo workshop, svoltosi a Seveso presso il Centro Pastorale Ambrosiano, il percorso continua: i ragazzi si ritroveranno a Roma, dal 27 al 30 luglio, per la fase conclusiva, in concomitanza con il Giubileo dei Giovani. Cento partecipanti, almeno uno per regione, selezionati attraverso un video racconto della propria esperienza di fede vissuta nel territorio di appartenenza. Quattro giorni intensi, quelli vissuti, nei quali i telefoni sono stati messi da parte per lasciare spazio al dialogo vero, al confronto profondo, all’ascolto reciproco. A Seveso, i ragazzi hanno partecipato a laboratori guidati da professionisti della comunicazione e della pastorale come il dottor Matteo Pasqual, padre Roberto Pasolini, don Lorenzo Voltolin e don Gianluca Zurra. Una questione di dettagli, scomodi, come il racconto del Vangelo ha interrogato i partecipanti a rileggere la Parola alla luce della propria esperienza, con autenticità e senza edulcorazioni. Don Michele Roselli, catecheta e vicario episcopale per la formazione dell’Arcidiocesi di Torino, ha proposto il laboratorio Risuonare con la Parola, riflettendo su come l’annuncio del linguaggio catechistico, se accolto, possa toccare e trasformare molte vite. Nel corso di alcuni laboratori esperienziali, i giovani digitali sono stati invitati a riflettere su una domanda che non lascia indifferenti e che risponde all’interrogativo del “chi sei?”. Una tematica profonda quanto necessaria, che li ha messi davanti al mistero dell’identità e della vocazione. Sì, perché comunicare il Vangelo oggi significa anche interrogarsi sul significato delle proprie scelte, oltre che sulla coerenza tra ciò che si dice e ciò che si vive. Il Vangelo, spesso scomodo, chiede coraggio. E servono coraggio e fiducia per non lasciarsi abbattere dal male che abita l’uomo; la sfida più grande per un cristiano non è credere, ma saper vivere pienamente, anche quando il mondo sembra andare nella direzione opposta. A Roma, i partecipanti si muoveranno per le strade della capitale per realizzare il loro ultimo lavoro che contribuirà ad arricchire la narrazione del Giubileo dei Giovani. Da questi lavori verranno selezionati 32 Ambassador ufficiali, uno per ogni regione, che racconteranno la Chiesa attraverso i canali social della Conferenza Episcopale Italiana. Shine to Share è un laboratorio ma anche una chiamata, un’esperienza umana e spirituale. Non basta “parlare di Dio”, bisogna testimoniare che Dio è presente, anche nella vita di chi, in questo momento, non si riconosce nella madre Chiesa o ne è lontano. È la testimonianza viva della fede che apre i cuori ed è da sempre questo che conta nell’esistenza autentica di un vissuto, magari imperfetto ma autentico.
