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Vivere a contatto con la natura

Completamente immerso nella natura, in un bosco misto di pini e faggi, a 1400 metri di quota, vicino ad un’area SIC, sito di importanza comunitaria dal valore inestimabile per la presenza di piante secolari di abete bianco, qui sorge il Rifugio Casello Margherita.
Nel cuore della Sila, a dieci chilometri dal centro abitato di Celico, tre chilometri sotto il valico di Montescuro, a circa venticinque chilometri da Cosenza, raggiungibile in auto percorrendo la strada Provinciale 256, un tempo la vecchia Statale 107, in località Margherita, in un suggestivo contesto ambientale vivono Eduardo Santoro e Simonetta De Rose, sua moglie, gestori del rifugio, con i loro due figli. Lui di Celico, lei nata in Canada, ma da genitori originari della Presila, entrambi con il desiderio di vivere in montagna e con il sogno di riuscire a riportare in vita la struttura abbandonata.
“Quella vecchia casa doveva rinascere. All’epoca casa di mia nonna fu distrutta per costruire la strada 107, questo evento ha rappresentato per la nostra famiglia un grande trauma che ci ha portato a ritenere che le cose antiche non vanno distrutte, ma valorizzate”, questa la motivazione iniziale descritta da Simonetta che ha portato la coppia a dedicarsi a questo progetto che li ha visti impegnati per cinque anni nella ristrutturazione della vecchia casa cantoniera, abbandonata da più di cinquant’anni.
“Attraverso un bando europeo a cui abbiamo partecipato nel 2007 abbiamo potuto iniziare i lavori. La struttura, costruita agli inizi del Novecento, non era servita da energia elettrica e non era collegata all’ acquedotto. Inizialmente di proprietà dell’ANAS, era un punto di riferimento importante per gli operai che la utilizzavano in particolare da maggio fino a ottobre, ma d’inverno continuava ad essere frequentata dai viandanti che si spostavano verso la Sila. Attualmente è di proprietà della Provincia che ce l’ha data in comodato d’uso per alcuni anni e noi vogliamo proprio continuare ad offrire questo servizio alle persone appassionate di montagna, perché il rifugio rappresenti il riferimento di quanti vogliono percorrere i sentieri intorno al fabbricato o spostarsi per raggiungere le località più belle e caratteristiche dell’Altopiano”, le parole di Eduardo che ha aggiunto: ” La nostra struttura ricettiva è il primo rifugio montano presente nel territorio della Sila, offriamo alloggio, il pernottamento e la possibilità dei pasti, soprattutto della cena e della prima colazione e del pranzo a sacco per quanti desiderano trascorrere la giornata in escursione nella natura accompagnati da me, sono infatti guida ambientale escursionistica e guida del Parco Nazionale della Sila, o anche da soli, grazie alla rete di sentieri che sto tracciando, per poter fare tutto in assoluta sicurezza”.
Nella ristrutturazione Eduardo e Simonetta hanno cercato di lasciare quanto più possibile dell’immobile già esistente, mantenendo il caratteristico colore rosso pompeiano, tipico delle case cantoniere. Internamente una parte è dedicata all’alloggio per la loro famiglia, nel resto della struttura al piano terra sono stati realizzati un soggiorno ed una sala da pranzo comune per gli ospiti e poi una cucina industriale dove vengono preparati i pasti ed al primo piano ci sono le camere da letto.
“Agli ospiti offriamo alcuni prodotti tipici fatti da noi utilizzando le risorse del territorio, in particolare il sambuco con il quale è possibile fare frittelle e marmellate, l’ortica con cui facciamo gli gnocchi, le erbe spontanee con cui confezioniamo il pesto, il finocchietto selvatico con cui produciamo dei liquori”, quanto descritto da Santoro.
Il Rifugio Casello Margherita ha ricevuto l’attenzione da parte della stampa e della televisione, è stato ospitato nella trasmissione Rai ‘Geo & Geo’ ed in diverse riviste nazionali e internazionali.
Quella di Eduardo e Simonetta però non è solo una attività lavorativa, ma una scelta ed uno stile di vita:”Viviamo qui da 14 anni, in passato qualche difficoltà negli spostamenti si aveva nel periodo invernale, adesso gli inverni sono sempre più miti e la neve è sempre meno abbondante. I nostri figli di 12 e 10 anni, hanno trascorso qui la loro infanzia, sono felici, amano camminare e, naturalmente noi garantiamo loro tutte le occasioni di vita sociale, dalle attività extrascolastiche, ai compleanni con i loro compagni ed amici. Al mattino ci mettiamo in macchina per raggiungere la scuola, come fanno molte persone, ma mentre nelle grandi città si fanno anche lunghi tratti nel traffico, noi invece, scendendo dalla montagna ci godiamo il panorama e molto spesso diciamo loro che siamo ‘più alti delle nuvole’. Per noi è importante che i bambini vivano nella natura per potersi sentire parte di essa. Inoltre con i nostri ospiti si crea un profondo senso di comunità e si diventa ‘famiglia allargata’. Vivere a contatto con la natura è un assoluto privilegio. Una cosa che ci piace particolarmente è ascoltare le esperienze dei nostri ospiti e vedere nei loro occhi lo stupore e la felicità di vivere un’esperienza così immersiva, per noi è importante condividere questa gioia con loro”.