Cultura
San Francesco attraverso le immaginette della collezione Gualtieri

Pietà popolare. Al santuario di Paola visitabile una mostra di immaginette che ritraggono il Santo
La pietà popolare ha sempre avuto particolare attenzione per la venerazione di immagini di Cristo, della Vergine e dei Santi. Al culto per le immagini venerate nelle chiese si è affiancata con il tempo la diffusione di immagini per la devozione privata, di diverse tipologie e qualità; quasi un modo, per i fedeli, di rendere più familiare e vicino il sacro, portandolo nel proprio quotidiano. È quello che accade da secoli con le immaginette sacre, o santini, spesso distribuite nei luoghi di culto e custodite dai fedeli come strumento di preghiera o semplice ricordo.
Sabato 12 luglio, presso il santuario di San Francesco a Paola, è stata inaugurata una mostra dedicata proprio alle immaginette sacre raffiguranti il patrono della Calabria, uno dei santi più popolari non solo in Calabria e nel Meridione, ma anche in molti paesi esteri: “San Francesco di Paola nelle immagini devozionali e nei santini dal XVI al XX secolo”.
La mostra, allestita fino al 27 luglio, espone il materiale iconografico proveniente dalla collezione di Giancarlo Gualtieri, calabrese di origine trapiantato a Roma, che da anni è impegnato nella raccolta e nello studio di immaginette sacre con una particolare attenzione proprio per il Santo di Paola. Gualtieri è presidente dell’AICIS, Associazione italiana cultori immaginette sacre, l’associazione che dal 1983 raccoglie molti appassionati del settore e pubblica periodicamente il bollettino “Santini e Santità” per informare sulle varie iniziative del sodalizio.
Organizzata in collaborazione con il Santuario di Paola e con l’associazione culturale “Collezionare Rende”, l’iniziativa presenta ai visitatori una nutrita raccolta di stampe, immaginette, cartoline e altro materiale raggruppato per tematiche e che abbraccia più di quattro secoli. Partendo dal chiostro del convento, nella prima teca sono raccolti gli esemplari più antichi e rari, tra cui un canivet su pergamena e una miniatura su carta risalenti al XVII secolo, e varie xilografie. Si procede poi con le incisioni calcografiche, compresa una rara matrice di rame per la stampa, con le litografie, con altre tecniche di stampa particolari, fino a giungere alle popolari cromolitografie e oleografie e ai santini del ‘900. Oggetti rari e oggetti comuni, che nel corso dei secoli hanno contribuito a diffondere l’immagine e il culto di Francesco di Paola e che oggi sono uno spaccato non solo di spiritualità popolare ma anche di arte, di antropologia, storia.
Altre teche sono dedicate a tematiche specifiche, come le varie riproduzioni di quello che è tradizionalmente considerato il “vero ritratto” del Santo, custodito a Montalto Uffugo, e le immaginette dei tanti miracoli, su tutti l’attraversamento dello stretto di Messina col suo mantello disteso sulle acque.
Non poteva mancare una teca dedicata alle immagini dei primi santuari fondati dal Santo in Calabria e a Milazzo, e poi di ad altre fondazioni Minime. Le ultime teche sono invece destinate a stampe di formato più grande.