Reperti del Sud Italia esposti nel Museo d’Arte Salvata a Roma

Gli articoli trafugati e rivenduti illecitamente sono stati recuperati dal Tpc e da enti giudiziari stranieri

Nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano a Roma ha ufficialmente riaperto i battenti il Museo dell’Arte Salvata, che accoglie una mostra di reperti archeologici trafugati, sottratti a calamità naturali o antropiche, rivenduti sul mercato internazionale clandestino e, infine, recuperati. Sono circa 100 gli oggetti e i frammenti storici presenti all’interno del nuovo percorso intitolato “Nuovi recuperi”, riportati in Italia dagli Stati Uniti e da altri paesi europei tra il 2022 e il 2025, dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) in collaborazione con le procure italiane, l’Iscr, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Icpal, i Caschi Blu della Cultura e le autorità giudiziarie straniere, in particolare il District Attorney’s Office di New York e l’Homeland Security Investigations. Il nuovo allestimento, reso possibile grazie agli interventi di restauro condotti dall’Istituto Centrale per il Restauro, consta di teche e pannelli modulabili, soggetti a continuo ricambio, all’interno dei quali sono stati collocati i preziosi prima del loro ritorno nei musei dei territori d’origine. Sempre nuovi oggetti vengono immessi in questa vetrina espositiva, a testimonianza dell’apertura che il museo ha verso tutte le forme d’arte. I reperti, afferenti al periodo storico compreso tra il IX secolo a.C. e il II secolo d.C., sono riemersi nell’ambito degli scavi clandestini condotti nell’Italia centro-meridionale, specialmente in Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Si tratta di beni archeologici e numismatici, incluse opere di antiquariato e documenti d’archivio, che raccontano storie e civiltà passate. È possibile ammirare svariati manufatti calabresi, che simboleggiano il fervore con cui i diversi tipi di arte venivano nutriti e curati nell’antica Magna Grecia. Sono esposte, infatti, meravigliose armature bronzee provenienti da necropoli del Sud, identificate a New York mediante una comparazione fotografica con la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, testimoni della raffinata arte metallurgica antica. C’è anche una statuetta in bronzo di togato maturo, recuperata in Belgio nell’ambito dell’operazione “Fenice” del 2023, caratterizzata da un’iscrizione in etrusco, stilisticamente vicina ai bronzi di San Casciano. Presente anche una loutrophoros apula a figure rosse, restituita dalla Kunsthalle di Kiel nel 2023 grazie ad un accordo con l’Università Christian Albrechts, su cui sono impresse le immagini di Eos e Kephalos. È un tipo di vaso ceramico realizzato nel Sud Italia, in particolare in Puglia, risalente al IV secolo a.C. È  caratterizzato dalla presenza di figure rosse, con decorazioni di episodi mitologici o della vita quotidiana, legati a cerimonie nunziali o funerarie. Varie attestazioni le ritroviamo anche in Calabria, specialmente a Francavilla Marittima e a Castronovo Sant’Andrea. Spiccano anche cinque esemplari di maschere teatrali marmoree del I secolo d.C., restituite da un collezionista americano tramite il Consolato d’Italia a New York. Alcune sono comiche, associate alla figura del gran chiacchierone e ingordo calabrese per antonomasia, Giangurgolo, della commedia dell’arte, e altre apotropaiche, spesso grottesche e bizzarre, poste sui balconi e sui portali come protezione dagli spiriti del male. Presenti anche delle mani votive in bronzo, di età compresa tra il IX secolo a.C. e il II secolo d.C., rimpatriate dagli Usa tra il 2023 e il 2024. Non mancano lastre ceretane in terracotta, busti votivi, ceramiche e reperti di altre regioni italiane, tra cui le lastre dipinte in terracotta da Cerveteri, un’antefissa con Potnia Theron ritrovata ad Ardea, epigrafi funerarie e tanto ancora. L’ingresso è gratuito fino al 31 agosto, poi rientrerà nel biglietto di ingresso al Museo Nazionale Romano. Il Museo dell’Arte Salvata è “una straordinaria occasione per restituire alle comunità ciò che era stato loro sottratto” ha detto Alessandro Giuli, Ministro della Cultura. Quella che si respira tra le mura di questo museo non è solo bellezza artista ma giustizia culturale, ottenuta con una dura battaglia, ancora in corso, per la salvaguardia del patrimonio italiano. “Il Museo dell’Arte Salvata … non si limita a custodire ma vuole essere luogo di reale educazione al patrimonio e, attraverso il patrimonio, alla cittadinanza” ha detto Edith Gabrielli, Direttore Generale ad interim del Museo Nazionale Romano.