La parrocchia di Scigliano approfondisce il suo legame con San Nicola

La lectio dello storico Solferino invitato dal parroco

Giornata di festa per la comunità di Scigliano che rivive S. Nicola di Bari attraverso la conoscenza di uno storico d’arte invitato dal parroco don Giuseppe Mancuso, Gianfrancesco Solferino che fa un’accurata lectio magistralis sull’iconografia e iconologia del Santo.
San Nicola viene venerato in tutta la Calabria fin dagli inizi dell’800. A Scigliano vengono custodite delle opere straordinarie presso la Chiesa di San Nicola a Calvisi, come il calice in argento, la statua a mezzo busto in estofato di oro, quella ad intero busto dove è raffigurato come Vescovo con accanto “i tre bambini risorti” e il meraviglioso dipinto in olio che si trova nel quadro posto al centro dell’ altare; Solferino ha ricordato anche che c’è un ostensorio di argento a Briatico, dove al posto del gambo si trova San Nicola a sorreggere l’Eucarestia.
San Nicola, oltre ad essere un grande taumaturgo è anche un miroblita. Infatti nel santuario di Bari sono deposte le sue ossa dalle quali l’Arcivescovo ogni 8 maggio estrae la “manna”, liquido che alla fine della celebrazione la comunità di Scigliano ha ricevuto come segno di devozione al santo.
San Nicola ha origini turche, infatti viene raffigurato anche con la pelle scura, e probabilmente arrivò in Italia perché traslato dai normanni nell’anno 1000. La definizione di “ponte tra oriente e occidente” deriva tanto da questo quanto dal fatto che egli desiderava una Chiesa unita. Pensando alla parola ‘ponte’, conclude Solferino, “ci piace pensare che nella scelta di papa Leone XIV, avvenuta proprio l’ 8 maggio, ci sia stata l’intercessione non solo della Beata Vergine Maria, ma anche di suo figlio e nostro protettore Nicola”.

Rosaria Renzo