Dalla scrittura del Papa emerge un semplice-forte

La scrittura di Papa Francesco mostra l’essere un uomo perfettamente normale con un rapporto ottimo sia nel lato superiore della vita che in quello terreno. Nella firma gli elementi presenti sono: il talento artistico (dal giro del filo grafico tenuto sul foglio, soprattutto nelle lettere “CES”- come indicate), la presenza di impulso spontaneo, esecuzione nella norma (significa che risponde ai principi di Naturalezza, Spontaneità e non Artificiosità della scrittura), vi è corrispondenza tra i caratteri generali con il tracciato scrittorio del testo. La firma mostra una natura semplice, informale, immediata e lascia emergere una profondità di pensiero.
Una scrittura semplice quella di Papa Francesco così anche la firma. Semplice nella forma, ma piena di un contenuto culturale e spiritualmente alto, in grafologia identificato col grado SM: Sopra Media. Tutta la scrittura mostra un pieno sviluppo delle forze dinamogene e dinamografiche, una buona occupazione dello spazio, ordine, energia ben canalizzata, piccoli personalismi, no arzigogoli, no paraffi, no circoletti, no eccessi di inchiostro (significa rappresentazione del sé così come appare). Vi è ottima Capacità Grafica: un tracciato fluido e flessuoso, una naturale composizione dei grafemi come si nota dall’attacco e dallo stacco della penna sul foglio; non vi sono mai ritocchi di penna o bottoni di inchiostro o sbavature (coerenza di pensiero e di azione). La scrittura mostra un ritmo pacato (colore azzurro) e forte (colore rosso) in alcuni punti, ma sempre armonico (le parole appaiono leggere e fluttuanti nello scorrere verso destra, non si osservano parole e lettere rovesciate (pendenti a sinistra)), vi è una buona tonicità del tratto cioè trazione e resistenza della mano sul foglio che indica Vita spirituale intensa, mostra una immediata percezione dell’altro e discernimento degli spiriti (punto finale ad ogni pensiero e lo spazio ben preciso tra la parola ed il punto e lo spazio con la parola successiva). Vi è un Diseguale Metodico dell’inclinazione (presenza di lettere che piegano in modo morbido e diseguale metodicamente o ritmico le une verso le altre): cioè attività intuitiva spontanea che opera costantemente sintesi, concilia e approfondisce attraverso continui confronti e deduzioni (intelligenza induttiva-deduttiva non utopica). La scrittura del testo uguale a quella della firma, in grafologia, indica che esiste della coerenza nella persona tra l’io individuale (il testo) e l’io sociale (la firma). Una scelta consapevole di come vivere la propria vita e la fede, con fermezza e semplicità insieme. Una scrittura che trasmette empatia verso il prossimo, inteso come persona e universo insieme. Un combattente anche contro i mulini a vento. Il calibro piccolo della scrittura indica una predisposizione del soggetto ad approfondire e riflettere sia su tematiche importanti che del quotidiano, nulla è lasciato al caso. La disposizione del testo indica quanto sia presente la capacità attentiva e di controllo, la capacità di osservazione, di ascolto, di estroversione verso l’altro (largo tra parole) ma anche capacità di interiorizzazione e silenzio, silenzio che non è solitudine ma un immergersi nella preghiera profonda, nella introspezione personale, nel confronto con la fede di ogni giorno per poi donarsi agli altri.
La tenacia, la forza di animo, il coraggio, la libertà di annuncio e di testimonianza è confermato dall’andamento del filo grafico sul foglio, si osserva come le lettere sono ben poggiate sul rigo; l’indipendenza decisionale e di modus vivendi è indicato proprio dal mantenimento del rigo, il Papa non cede all’uso della diplomazia, infatti non vi è presenza di staticità nella scrittura e così nella firma, ma indica la forza della Parola, soprattutto quella di Dio.
Il mantenimento del rigo (linea immaginaria e orizzontale che mantiene il filo grafico) indica in modo simbolico il passato (sinistra), il presente (dritta) ed il futuro (destra), lo scorrere la realtà della vita nel tempo. Questa scrittura indica che il soggetto non è un calcolatore di interessi, la sua fiducia è riposta nel Cielo e crede anche nell’essere umano, mostra una fede che parte da lontano, trae la forza nei valori antichi, che permettono la grande spinta di azione per realizzarli nella realtà presente, e da questi trarre forza per costruire un futuro concreto e pieno di bene.
I tagli (elsa) delle lettere “T” sono precisi, piccoli e nelle doppie lettere si osserva un taglio unico, un taglio che non invade la zona ulteriore della scrittura, indica l’autorevolezza nel rispetto del prossimo, ma senza invadere la sfera altrui, una mano che bussa, che chiede di entrare, che sa attendere pur indicando che a lui appartiene il comando. Le aste delle lettere sia negli allunghi superiori che inferiori sono stabili, erette, ferme e pulsanti, ricordano gli arti dei cervi che sanno ergersi sulle alture e tra le zone impervie camminare, come ricorda il Profeta Abacuc 3,19, “Il Signore Dio è la mia forza, Egli rende i miei piedi come quelli della cerva e sulle alture mi fa camminare”.

Carmensita Furlano