Cosenza tra storia e tante innovazioni

Rinvenuti recentemente nuovi reperti storici nella citta bruzia

“Gli interventi del contratto istituzionale di sviluppo oltre a migliorare la qualità della vita del centro storico ci stanno anche consentendo di scoprire frammenti di storia della città sconosciuti”. A spiegarlo nel corso dell’intervista rilasciata a Parola di vita è Francesco Alimena, consigliere comunale con delega al centro storico di Cosenza. “Sino ad ora sono diversi i ritrovamenti che i vari interventi in fase di realizzazione stanno portando alla luce nel corso del tempo. Durante l’intervento di accessibilità su Colle Pancrazio, Piazza Valdesi, Santa Lucia e San Francesco d’Assisi è stato rinvenuto un sistema di vasche ipogee; altri reperti sono stati rinvenuti durante gli interventi di sistemazione del muro di Portapiana. A proposito dei recentissimi rinvenimenti che riguardano il complesso monumentale di San Domenico, i lavori, tuttora in corso, hanno avuto avvio nel novembre dello scorso anno”. Nel complesso monumentale di San Domenico, dove si gioca il futuro di una nuova pagina per la sanità calabrese (finalmente, aggiungiamo), riemergono le tracce di un passato fatto di storia e religiosità. La città di Cosenza non smette mai di stupire. Nell’ambito del Contratto Istituzionale di Sviluppo, le indagini archeologiche preventive coordinate dall’Ufficio della SABAP di Cosenza ed eseguite nel cortile del complesso monumentale di San Domenico, hanno riportato alla luce tracce importanti delle prime fasi di vita del convento dei Domenicani e della sua storia precedente. Le indagini hanno riportato a galla tracce della storia e della vita monastica di Cosenza. Tra le più recenti novità, di grande interesse sono le strutture murarie e di piani d’uso riconducibili ad ambienti produttivi, in vita nel corso del IV sec. d.C. e dunque pertinenti alla Consentia tardoantica. La prosecuzione delle attività di scavo archeologico potrebbe, inoltre, confermare una continuità con le fasi romane ed ellenistiche, contribuendo alla conoscenza dell’area ubicata alla confluenza tra il Crati e il Busento. “Oltre alle strutture murarie e piani di uso riferibili ad ambienti produttivi, al momento databili IV secolo d.C., quindi pertinenti alla Cosenza tardoantica, sono stati rinvenuti anche altri reperti come cocci e monete. Sia le strutture immobili che quelle mobili sono oggetto di studio da parte degli archeologi della Soprintendenza dei Beni culturali di Cosenza che, in accordo col Comune, terminate le indagini archeologiche, entro il mese di aprile, saranno esposti alla città”, ha sottolineato Alimena, che ha poi aggiunto: “Tutti i reperti rinvenuti nel corso degli interventi del CIS saranno oggetto di valorizzazione attraverso un lavoro sinergico condotto dal Comune e dalla Soprintendenza”.  La città, dicevamo, continua a stupire. Si sono chiuse le indagini archeologiche preventive condotte nell’ambito del Contratto Istituzionale di Sviluppo – Intervento di riqualificazione degli spazi pubblici del centro storico, del verde e dei sottoservizi – dislocate in diverse aree del centro storico. I contesti archeologici rinvenuti testimoniano la vita della città antica con attestazioni di natura abitativa e rituale riferibili alla metropolis dei Brettii e alle successive fasi di età tardorepubblicana di Consentia. Tra le presenze di epoche recenti sono rilevanti le strutture dal carattere monumentale collocabili, preliminarmente, tra XV e XVI secolo. “Ogni intervento sta facendo emergere tasselli della storia di Cosenza, sommandoli sicuramente ci renderanno più consapevoli della storia del centro storico della città. I reperti del Complesso monumentale di San Domenico sono stati rinvenuti nell’area che ospita il giardino, la speranza è che possano essere visitabili anche dopo la consegna del Complesso all’università. Quando si lavora alla valorizzazioni bisogna coniugare l’interesse pubblico, la sicurezza dei luoghi e l’accessibilità, tutti elementi che rendono uno studio complesso. Degli undici interventi del CIS, sono quattro quelli hanno fornito elementi che ci consentono di conoscere la storia di Cosenza”. Gli interventi di scavo proseguiranno “fino a un certo punto, ovviamente. Essendo interventi di natura infrastrutturale, gli interventi del CIS servono a migliorare i luoghi per consentire alle persone di fruirli, quindi bisogna ottemperare l’esigenza di far emergere la storia con quella di farla continuare”. Cosenza, dicevamo, continua a restituire testimonianze del suo passato. “È stato emozionante il ritrovamento delle vasche ipogee durante gli interventi di accessibilità, è chiaro che scoperte del genere comportano anche ‘sacrifici’, è necessario cioè rimodulare il progetto, però sapere che grazie al lavoro possiamo approfondire la storia della nostra città, è motivo di orgoglio e ci sprona a lavorare meglio. È un lavoro complesso che richiede sacrifici soprattutto per i cittadini, perché i ritrovamenti archeologici comportano un tempo più lungo nella realizzazione degli interventi, però dare ai cittadini la possibilità di conoscere meglio la storia delle proprie radici è un sacrificio che vale la pena”. Giovedì il sindaco Franz Caruso ha incontrato la soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza, Paola Aurino, accompagnata dal Funzionario Architetto Nicola Ruggieri e dal Funzionario archeologo Damiano Pisarra. Presenti anche il consigliere delegato al Centro Storico ed al CIS, Francesco Alimena, il dirigente Salvatore Modesto e l’ing. Maria Colucci. Nel corso dell’incontro si è discusso delle iniziative da intraprendere per valorizzare i rinvenimenti. Portati a termine gli studi per il restauro dei beni- la data indicativa della fine dei lavori è il mese di aprile-, le nuove scoperte ed i reperti rinvenuti saranno illustrati alla città nell’ambito di una serie di manifestazioni. “Oggi è stato un momento molto importante di collaborazione e di progettualità”. È quanto hanno affermato congiuntamente il sindaco e la soprintendente Aurino, che ha aggiunto: “Oggi abbiamo fondato le basi, basandoci su quello che il passato ci ha restituito, per immaginare dei nuovi progetti da portare avanti insieme soprintendenza, Comune ed Università. Siamo felici di accompagnare il Comune in questo percorso di rinascita del suo centro storico”. Ultimate le indagini archeologiche, le strutture che stanno emergendo verranno presentate al pubblico.

Storia e influenze culturali su Cosenza

Cosenza, la Città dei Bruzi costituitasi in seguito al fenomeno secessionistico della popolazione di Lucani nel 356 a.C , è una realtà che vanta una grande e proficua attività artistica, culturale e filosofica. Il territorio visse una fase di arricchimento produttivo in età imperiale, ricevendo la fisionomia di un centro urbano più che strutturato. Tante sono le influenze che incidono sulla vita della cittadina bruzia: oltre a quelle storiche greca e romana, a partire dal VI secolo Cosenza ha dovuto fare i conti con le incursioni saracene e longobarde al Sud. Il dominio longobardo si protrae almeno fino al X secolo, quando Cosenza rientra poi nel novero dell’influenza bizantina. Seguono poi le scorribande dei Normanni fino all’arrivo di Roberto il Guiscardo. Nel 1058 Cosenza è del tutto sottomessa ai Normanni. Nel 1130, in seguito all’istituzione del Regno delle due Sicilie, la figura di Federico II incide molto sulle vicende territoriali, con il completamento del Duomo nel quale il sovrano viene consacrato nel 1222. Agli Svevi subentrarono in seguito gli Angioini, capeggiati da Carlo d’Angiò, prima dell’arrivo degli Aragonesi con il quale si conclude il periodo medievale di questa città calabrese.