Zalone fa centro senza eccessi e fa risorgere il cinema italiano

Il boom cinematografico di “Buen Camino”, progetto riuscito del comico pugliese

Checco Zalone ha fatto risuscitare il cinema italiano moribondo dal covid19 in poi. Spettacoli su spettacoli, sale strapiene, milioni su milioni incassati. Dopo quasi una settimana l’effetto Luca Medici non passa.

Il comico di Capurso questa volta non ha tradito le attese della gente che continua ad amarlo e a dargli fiducia. E questo nonostante siano trascorsi 5 anni dall’ultimo film, dal progetto di Tolo Tolo non così riuscito, anni nei quali Zalone è stato ai margini della vita pubblica.

Le presenze nelle sale, che gli valgono il miglior risultato di sempre a Natale (il costo dei biglietti nel frattempo non è iniziato), dimostrano che Zalone rimane un fenomeno capace di destare grande curiosità. E che, a dispetto di qualche critica, smentita evidentemente dal gradimento popolare, colpisce nel segno.

“Buen Camino” é una pellicola godibile e rilassante, in cui non si ride sguaiatamente, cioè non ride e basta, ma si riflette. È una versione nuova di Zalone, che non rinuncia a mimica e battute estemporanee (la sua comicità gli ha dato lustro), ma le utilizza per far passare un messaggio, anzi tanti messaggi significativi.

“Buen Camino” non ha colore politico, ma è un viaggio gradevole attraverso un territorio inesplorato a livello cinematografico come quello del Cammino di Santiago, in cui si fondono l’esperienza religiosa e quella più latamente spirituale e, di conseguenza, esistenziale.

E se in “Sole a catinelle” papà Checco sognava un futuro prospero oltre la crisi (anche lì tanti bei messaggi), in quest’ultima pellicola papà Checco scopre pian piano che c’è qualcosa che vale di più di una carta di credito, come ripensare il rapporto con la figlia o apprezzare le cose più semplici.

Prevale un messaggio di amore pulito, infine senza eccessi umoristici, pacato. Forse lo Zalone di Zelig, nel suo prime, non si riconoscerebbe pienamente in questa apparente “resa” linguistica, ma l’artista evolve ed esplora nuove modalità per dire la comicità e il genio.