Territorio
Acri. Presepi veri gioielli artigianali
Grazie ai presepiali, Acri si trasforma in un labirinto di idee. Col presidente della Fondazione “Padula”, Giuseppe Cristofaro, ci siamo recati a casa di un giovane agronomo, Marzo Zaretta, il quale ci ha stupiti mostrandoci la sua ultima opera,nun presepe che occupa un’intera stanza. Marco, è un appassionato, ci illustra ciò che ha riprodotto, una particolare zona, borgo Zagarogni, che oggi risulta disabitata. Ogni tassello al posto giusto. Marco, ci offre questa opportunità, conoscere una parte di Acri a noi sconosciuta, la mostra in miniatura ma con il vociare della gente: chi tesse la lana, il cacciatore con il fucile vicino, il musicista con la sua chitarra, il contadino che lavora i campi. Nella stanzetta attigua ci fa vedere il laboratorio, qui le idee si trasformano in realtà e Marco ci mostra come i sogni si possono realizzare. Dai proprietari è riuscito a farsi aprire le abitazioni per ricostruire gli interni con gli stessi colori, gli arredi, utensili a vista, il mulino funzionante che lavora con le saijtte d’acqua che fanno girare le macine. Opera meritoria davvero e per meglio intonare al Natale, il suono della zampogna ha accompagnato una coppia di burattini che danzavano, un risultato brillante in tutti i sensi. Per non parlare dell’accoglienza in casa, i genitori hanno fatto assaggiare delle prelibatezze caserecce con profumi e sapori da annoverare e titolare in una rubrica culinaria. E dopo un buon bicchiere di vino locale, si va in basilica, a sant’Angelo, qui troviamo i frati intenti all’accordo dell’organo in preparazione alle solenni cerimonie calendarizzate per le giornate più significative del Natale. Il dottore, Raffaele Guarino, ci illustra l’enorme presepe che è possibile visitare andando in chiesa. Un gruppo di amici che amano costruire il presepe, sono più di venti anni che lo fanno, si ritrovano, puntualmente per modellare una nuova idea proponendo un vero capolavoro. “Ogni anno cambia il tema e l’ambientazione, i personaggi sono quelli classici – afferma il chirurgo Guarino – Sono 800 anni dalla morte di san Francesco, quest’anno il presepe è dedicato al santo che per la prima volta ha messo in scena rappresentando la natività a Greccio. Il Bambinello che miracolosamente appare tra le braccia del santo, da allora è nata la tradizione del presepe che teniamo viva per accogliere Gesù Bambino”. La rappresentazione di quest’anno è stata ambientata in un modo particolare, un edificio in pietra, come sono attualmente a Greccio, riproducendo l’affresco di scuola Giottesca sul fondo della chiesa e in alto lo stesso san Francesco in cima all’edificio copiando la magnifica immagine fatta da Cimabue nella Basilica inferiore di Assisi. Padre Antonello Castagnello dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, parla del presepe artistico realizzato che ci riconduce alla centralità del mistero dell’incarnazione contemplando il Verbo di Dio che si è fatto uomo, questo ci permette di elevare lo sguardo al cielo e ringraziare il Signore che ci dà un’occasione di rinascere a vita nuova grazie al suo perdono, la sua misericordia, la sua grazia. Una mangiatoia, del fieno, un bue e un asinello, hanno trasformato un’usanza devozionale in una rappresentazione che è diventata un simbolo iconico del Natale. E se san Francesco – dopo un viaggio in Palestina – ricostruì con persone e animali le scene della Natività, realizzando così la prima rievocazione della nascita di Gesù, che nei secoli successivi sarebbe stata replicata in tutte le case del mondo, un plauso al gruppo che ci ha trasferito il fascino senza tempo del presepe: un’immersione nella tradizione natalizia italiana.
