Pasquale Golia, un tedoforo cosentino per Milano – Cortina

La fiamma olimpica passerà da Cosenza domenica 21 dicembre

La fiamma Olimpica simbolo dei giochi, tenutisi per la prima volta circa 3000 anni fa, emblema di purezza, fuoco che trascende i confini ed illumina la ricerca comune dell’umanità verso l’eccellenza e la pace, sta attraversando l’Italia, annunciando l’imminente inizio delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.

Dopo la cerimonia dell’accensione del braciere, il 26 novembre scorso ad Olimpia, la fiamma è arrivata in Italia, dove ha iniziato il suo percorso che la vedrà attraversare tutta la penisola, portata dai tedofori, uomini e donne che, con le loro storie di vita, con il loro impegno ed il loro operato incarnano i valori positivi e ispiratori dello Sport.

Il prossimo 21 dicembre il sacro fuoco Olimpico illuminerà Cosenza, a portarlo nel centro della nostra città sarà Pasquale Golia, giornalista, scrittore e fotoreporter, originario di Cassano allo Ionio, ha lavorato come giornalista per il Quotidiano del Sud, Calabria Ora, il Manifesto, la Gazzetta dello Sport.

Nella sua quasi ventennale carriera, Golia ha coperto eventi sportivi di rilievo nazionale ed internazionale: le Olimpiadi, il Giro d’Italia, il Tour de France, la Vuelta di Spagna, la Abu Dhabi Tour negli Emirati Arabi. Fotoreporter ufficiale della Lega Serie A, con accrediti anche dalla UEFA, ha seguito la nazionale italiana agli Europei di Germania 2024, presente ai mondiali in Qatar 2022, le sue foto sono state pubblicate nei principali giornali europei,  come The Guardian e Der Spiegel. Autore di tre libri: ‘Giornalista di periferia’, edizioni La Rondine che ha ricevuto il Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata, per la sezione giornalismo d’inchiesta;  ‘Inseguendo un sogno Rosa- Storie, Luoghi, Protagonisti ed Emozioni: il racconto del 94° Giro d’Italia di un inviato alla Corsa’, edito da La Rondine e ‘Non fatevi rubare la Speranza- Papa Francesco a Cassano all’Ionio, edizioni La Rondine. Da tempo è impegnato nella lotta contro il bullismo, di cui è stato vittima, con progetti anche nelle scuole.

Lo abbiamo incontrato per i lettori di PdV.

Una carriera contraddistinta dalle sue ‘tre anime’: lo sport, la fotografia e la scrittura come nascono queste sue grandi passioni?

Questi tre aspetti fanno parte tutti del percorso di giornalismo che sognavo da bambino. Fin da piccolo mi piaceva molto disegnare, disegnavo i campi da calcio e poi costruivo dei piccoli campi tridimensionali in miniatura. Mi sono appassionato al ciclismo grazie a Marco Pantani, erano gli anni in cui questo piccolo uomo compiva grandi imprese, disegnavo anche lui, inoltre mi piaceva scrivere,  tenevo un diario nel quale appuntavo qualsiasi cosa. Ricordo bene che quando avevo circa 12 anni uscì un numero speciale de ‘Il giornalino’ col quale regalavano la tessera di piccolo giornalista, quando la ebbi mi sembrò di toccare il cielo con un dito. Alle superiori ho coltivato questa passione, ho fatto il direttore del giornale della scuola, ma in realtà non avevo mai pensato potesse diventare una professione, tant’è vero che mi sono laureato in Giurisprudenza. Subito dopo la laurea, però, in attesa dell’abilitazione, ho iniziato la carriera di giornalista locale mi appassionavo a fare inchieste, poi dopo qualche tempo ho iniziato con la Gazzetta dello Sport,  dove ho trascorso quasi 10 anni nella carovana del Giro d’Italia, per poi dedicarmi alle Olimpiadi, al calcio alla Serie A, alla UEFA, ai Mondiali, sono cresciuto all’ombra di grandi giornalisti sportivi come Claudio Gregorio, Candido Cannavò, Marco Pastonesi, da lì è partita tutta la mia carriera che nasce da un sogno.

Ha viaggiato così tanto, ha eseguito manifestazioni internazionali, è testimone di grandi eventi con il compito e la responsabilità di ‘renderli’ al pubblico, cosa cerca di ‘catturare’ nei suoi scatti e nei suoi articoli?

Cerco di raccontare l’emozione che provo nell’essere testimone di quei momenti particolarmente significativi, ad esempio come quando ho assistito all’accensione della fiamma Olimpica nel Giardino delle Tuileries a Parigi, uno dei dieci fotografi al mondo ad essere ammesso ad un momento così straordinario. Mi sono sentito molto responsabilizzato a dover documentare quell’evento, essere un fotoreporter implica l’obbligo di catturare qualcosa che non può essere ripetuto, quindi sono obbligato a rendere quell’attimo nel miglior modo possibile.

Ha incontrato grandi personaggi in giro per il mondo ed ha vissuto esperienze straordinarie…

Ho incontrato dalla regina Vittoria di Svezia, a Montezemolo, Ronaldo, i grandi campioni dello Sport: quello che li accomuna tutti è che,  al di là dei riflettori, sono persone semplici, dotate di una grande umanità. Tra questi incontri quello con papa Francesco è stato una grande emozione, quel giorno rimarrà nella memoria per sempre. A seguito della pubblicazione del libro sulla venuta del Papa a Cassano, scritto con la mia collega Veronica Iannicelli, dopo aver inviato una lettera alla Santa Sede, siamo stati invitati ad un’udienza generale con i nostri familiari, dove abbiamo incontrato il Santo Padre che ci ha salutato con un grande abbraccio, si è fermato con noi, si è lasciato fotografare e dopo qualche tempo ci ha anche scritto una lettera con i suoi ringraziamenti per il libro.

Quale è stata l’emozione nell’apprendere di essere stato designato come tedoforo della fiamma Olimpica?

Una gioia immensa ed inaspettata che mi accompagna da quando ho saputo che la mia candidatura era stata approvata dal Comitato. L’esperienza di tedoforo è la chiusura perfetta del cerchio: ho visto la fiamma Olimpica accendersi all’inizio della mia carriera in Brasile, a Tokyo, a Pechino, a Parigi e non avrei mai pensato di poterla stringere tra le mani, seppur per qualche centinaio di metri.

La maggiore soddisfazione è essere riuscito a coronare il mio sogno ed avendo qualche problema di salute non era scontato riuscirci.

Quando sono stato contattato per darmi la comunicazione è stato ribadito che ognuno di noi tedofori è stato scelto perché in grado di ispirare quanti ci guarderanno grazie alla nostra storia ed al fatto di rappresentare ed incarnare valori chiave quali: passione, talento, energia, rispetto e inclusione. Ciò che importa è aiutare i giovani, in particolare a quanti sono in difficoltà e sostenerli affinché continuino a perseguire i propri sogni, perché se si persevera alla fine il sogno si avvera.