Città
Morrone e l’amore per la pallanuoto
Guida la squadra cosentina che vive un momento d’oro
Federica Morrone ha venti anni. La sua storia d’amore con la pallanuoto ha avuto esordio precocemente. La scintilla è scattata a sette anni, “mi sono iscritta in piscina, ho iniziato prima dal nuoto, e poi sono subito passata alla pallanuoto, da lì non ho più smesso di giocare”. Del primo ingresso in acqua non ha ricordi nitidi, “ero abbastanza piccola, ho frammenti un po’ sfocati però ricordo benissimo la prima partita che ho giocato da capitano del Cosenza: è stata l’anno scorso ed è stata un’emozione immensa. Dopo più di dieci anni in quella piscina, diventare finalmente il capitano del Cosenza dopo anni di gavetta, le giovanili, un anno in A1 in cui ci eravamo salvate, avere la fiducia da parte della società e delle mie compagne è stata un’emozione immensa”. Come si coltiva lo spirito di coesione dopo tanti anni? Federica ci dà la sua ricetta: “La squadra diventa un po’ come una famiglia, quindi ci sono momenti in cui si va d’accordo e momenti in cui anche tra di noi ci sono incomprensioni, però alla fine penso che l’amore per questo sport e la dedizione che mettiamo ogni giorno per un obiettivo comune ci porta sempre a superare ogni ostacolo. Il bene che ci vogliamo l’un l’altra ci porta a legarci, a superare qualsiasi tipo di difficoltà che si crea anche fra di noi. La coesione del gruppo è una cosa che si crea di anno in anno perché ogni anno ci sono nuove giocatrici, nuove persone entrano a far parte del gruppo, quindi bisogna adattarsi e accogliere i nuovi arrivi. La coesione è un equilibrio che va trovato di anno in anno in maniera diversa”. Centrovasca, gioca in posizione 1 e 2, in testa la calotta numero 7. Federica da un anno vive il ruolo di capitano: “Quando mi è stato proposto di diventare il capitano non nascondo di aver avuto paura. Essendo una delle più giovani del gruppo è anche una responsabilità in più, però le mie compagne mi aiutano ogni giorno a ricoprire questo ruolo al meglio. Adesso è già un anno che sono il capitano, sicuramente come in ogni cosa più esperienza fai, più uno diventa bravo; riesco a trovare un equilibrio, anche a gestire alcune situazioni. Per me è un privilegio anche perché sono cosentina, sono nata in questa città, quindi essere il capitano di questa squadra da cosentina sicuramente ha un valore aggiunto”. Un periodo felice per Smile Cosenza pallanuoto. Alla serie A1 si affianca il debutto in Europa a novembre coronato da ben 3 successi consecutivi: “Dell’esperienza europea sapevamo prima che iniziasse il girone che forse eravamo la squadra più competitiva. Le partite cominciano 0-0, quindi dovevamo andare lì e dimostrare che eravamo la squadra più forte, lo abbiamo fatto, abbiamo giocato tre ottime partite contro tre avversari che non conoscevamo. È stata la prima esperienza in Europa con il club. Portare Cosenza in Europa e giocare la prima partita è stato anche molto emozionante, a prescindere dalle prestazioni tecniche che abbiamo fatto”. Soddisfazione? “Nella vita di un atleta il segreto è voler raggiungere sempre qualcosa in più, voler sempre perfezionarsi. Ad oggi, dopo la conclusione del girone di andata sicuramente abbiamo fatto un ottimo girone di andata. Chiudiamo l’anno in quinta posizione con la consapevolezza di essere a metà del lavoro e che al ritorno dalle feste ci sarà tantissimo lavoro da fare perché ci aspetta un secondo turno di qualificazione in Grecia che ci vedrà contro due squadre molto forti, ovviamente dobbiamo consolidare il quinto posto e lottare per ottenere il quinto posto alla fine del campionato, però siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto fino ad ora e del lavoro che è cominciato”.

A guidare la squadra è mister Occhione “arrivato a Cosenza quest’anno, c’è stato un ottimo feeling sin dall’inizio, è una persona molto disponibile con cui si può parlare. Alla fine dell’ultima partita ci ha detto che era molto contento di quello che abbiamo fatto, che adesso conosciamo i nostri punti deboli, sappiamo dove vogliamo arrivare quindi è stato lui in primis a complimentarsi per quello che abbiamo fatto, però c’è ancora moltissimo lavoro da fare, infatti insieme a lui limeremo le cose che a livello di gioco non hanno funzionato”. Per il capitano non sono mancate esperienze personali di spessore: la convocazione lo scorso anno nella Nazionale Under-20 e questa estate la partecipazione ai Mondiali in Brasile. “Indossare la calottina della Nazionale è stata un’emozione immensa. Ho partecipato prima all’Universiadi e poi sono partita in Brasile per il mondiale Under-20. Sicuramente sono cresciuta tantissimo anche come giocatrice. Essere in Nazionale ti porta a confrontarti con le giocatrici italiane migliori italiane di quella categoria, però anche a livello internazionale mi ha permesso di confrontarmi con altre giocatrici di altre nazioni. È stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo, sia a livello umano che sportivo”. Grazie alle ottime performance di Federica e della squadra qualcosa si muove per questo sport considerato uno sport minore. La pallanuoto femminile è seguita poco, un po’ come tutti gli sport femminili rispetto a quelli maschili, però a Cosenza le persone stanno cominciando a conoscerci, è una realtà che pian piano sta crescendo. Adesso la gente sta cominciando a sapere dell’esistenza della nostra squadra, poi la società quest’anno sta portando avanti un lavoro di pubblicità importante, quindi in piscina abbiamo la fortuna di avere quasi sempre una tribuna piena di persone pronte a sostenerci. Siamo agli albori di quello che potrebbe essere qualcosa di molto più grande”. La soddisfazione più grande “è stata, a livello personale, sicuramente il bronzo alle Universiadi conquistato con la Nazionale, però anche tutto quello che stiamo facendo io e le mie compagne di squadra è una soddisfazione immensa. Forse il ricordo più felice di questo girone di andata è stata la vittoria fuori casa contro la Sist Roma. Il più grande insegnamento? “Non lo so, perché poi penso che quando vinci tendi magari a dimenticare le cose più brutte, però ci sono stati tantissimi episodi della mia giovane carriera che mi hanno insegnato a crescere. Dalle sconfitte ho tratto gli insegnamenti migliori”. Con il 2026 alle porte “Auspico di qualificarci alla fase finale della Coppa, quindi passare il turno in Grecia, sarà una vera impresa sportiva. Per la squadra mi auguro di riuscire a consolidare il quinto posto in classifica o, qualora dovesse arrivare anche qualcosa in più, di concludere la stagione nel migliore dei modi; poi ovviamente auspico a me e a tutti i miei compagni di squadra la convocazione in Nazionale”.
