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Striscia di Gaza e Cisgiordania. Caritas Jerusalem: aiuti umanitari, assistenza sanitaria e servizi sociali alle comunità vulnerabili
Caritas Jerusalem ha diffuso ieri, 1° dicembre, a Gerusalemme, il suo Rapporto degli interventi 2024-2025 che delineano nel complesso la situazione umanitaria in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Il conflitto in corso a Gaza e l’aumento degli attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania aggravano condizioni di vita già estremamente difficili per la popolazione palestinese. Presentiamo una sintesi
“La guerra in corso ha ferito la nostra gente fisicamente, emotivamente e spiritualmente. In mezzo alla distruzione e agli sfollamenti, è facile sentirsi sopraffatti e impotenti. Eppure, come cristiani, siamo chiamati a essere portatori di speranza, anche nei momenti più bui. Caritas Gerusalemme incarna questa missione, fornendo aiuti umanitari, assistenza sanitaria e servizi sociali alle comunità vulnerabili in Terra Santa, promuovendo dignità, giustizia e pace”. Con queste parole il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, presenta il Rapporto di Caritas Jerusalem per il biennio 2024-2025, diffuso il 1° dicembre nella Città santa.
“Attraverso atti di misericordia, cura e giustizia – aggiunge il cardinale – Caritas è al fianco dei più vulnerabili, offrendo non solo aiuti vitali, ma anche la certezza che non saranno dimenticati”.
Striscia di Gaza. Dal Rapporto emerge tutto l’impegno dell’organismo, che fa capo al Patriarcato latino di Gerusalemme, nel campo sociale, sanitario ed emergenziale. Caritas Jerusalem è sempre stata “in prima linea” nella risposta alla crisi di Gaza, dove la distruzione delle infrastrutture ha quasi annientato il sistema sanitario.

Gaza, centro medico di Der El Balah (foto Caritas Jerusalem)
In questo ambito le équipe di Caritas hanno fornito cure di base, supporto materno-infantile, gestito malattie croniche e interventi per feriti di guerra. Parallelamente, ha attivato un vasto programma di supporto alla salute mentale visto che le stime parlano di un 80% della popolazione gazawa segnato da esperienze traumatiche. Terapia, consulenza e attività psicosociali hanno aiutato a ristabilire stabilità emotiva e speranza negli utenti del programma. Entrando più nel dettaglio il Rapporto Caritas riferisce alcune cifre:l’unità medica di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, ha fornito cure a 2.382 pazienti, occupandosi di malattie croniche, traumi, malnutrizione e salute materna.Un team composto da medici, infermieri, farmacisti e personale di supporto, ha garantito continuità di servizio e gestione efficiente delle emergenze. Nel compound della parrocchia latina della Sacra Famiglia, a Gaza City, 285 beneficiari tra bambini, giovani e genitori hanno partecipato a sessioni di gruppo per ‘elaborare’ i traumi subiti. Sessantadue minori hanno ricevuto terapie individuali e i tutori sono stati formati sulle tecniche e strategie utilizzate per affrontare e gestire lo stress (coping).

(Foto Caritas)
Le valutazioni pre/post intervento hanno mostrato un miglioramento medio del 23,6%.Accanto ai servizi sanitari, Caritas Jerusalem ha sviluppato un importante programma di assistenza in denaro per sostenere famiglie prive dei mezzi di sussistenza a causa della distruzione delle case e del collasso economico.Grazie alla collaborazione con Bank of Palestine e PayPal, il programma ha raggiunto 1.000 nuclei familiari (circa 5.700 persone). I fondi digitali, sicuri e immediati, sono stati utilizzati per cibo, medicine, affitto e spese scolastiche. L’approccio, riferisce il Rapporto, ha garantito trasparenza e autonomia, permettendo alle famiglie di decidere le priorità.
Cisgiordania. Il Rapporto non si limita a Gaza ma prende in esame anche la Cisgiordania, area anch’essa, segnata da gravi tensioni causate dai coloni israeliani, instabilità e crisi economica, e doveCaritas Jerusalem ha mantenuto attivi programmi di aiuto a gruppi di persone più vulnerabili, come disabili, donne e anziani, con un occhio di riguardo ai bisogni sanitari – con cliniche, riabilitazione, servizi medici mobili – e occupazionali, garantendo continuità assistenziale a comunità che quotidianamente incontrano ostacoli nell’accesso alle cure e al mantenimento del lavoro.

(Foto Caritas Jerusalem)
Inclusione, resilienza e sviluppo locale sono stati al centro degli interventi della Caritas nel 2024-2025. Nella provincia di Hebron, la Caritas ha portato avanti un progetto mirato all’inclusione delle persone con disabilità e a facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro per donne e giovani.Cruciale è stata l’ampia campagna di sensibilizzazione, che ha raggiunto oltre 318.000 persone, richiamando l’attenzione sulle barriere sociali che ancora ostacolano la piena partecipazione delle persone con disabilità.Parallelamente, 20 donne e giovani provenienti da varie aree della Cisgiordania hanno partecipato a un percorso formativo completo sulla gestione di microprogetti – dalla pianificazione finanziaria al marketing – che ha permesso loro di avviare piccole attività imprenditoriali contribuendo allo sviluppo economico locale. A Ramallah, il Centro di assistenza diurna per anziani ha offerto supporto sanitario, sociale e psicosociale. Inoltre, il coinvolgimento di giovani volontari ha contribuito a ridurre la distanza tra generazioni e a rafforzare il senso di comunità. Nel quadro delle sue attività di sviluppo comunitario,la Caritas ha dedicato particolare attenzione alle donne rifugiate di Betlemme, promuovendone l’occupazione attraverso formazione aziendale, tutoraggio e consulenza di marketing.Sessantaquattro partecipanti hanno seguito workshop specializzati, da cui sono nate 10 nuove microimprese, mentre 8 attività preesistenti sono state rafforzate. Un evento di networking con 115 organizzazioni, riferisce il Rapporto, ha ampliato la visibilità e le opportunità di collaborazione. Tra le storie di successo, spicca quella di Duha, ingegnere agraria che ha trasformato un tetto in un vivaio idroponico sostenuto da Caritas, diventando un esempio di innovazione green in ambiente urbano. Il progetto ha subito rallentamenti a causa dello scoppio della guerra a Gaza e degli scioperi locali, ma il 90% delle partecipanti ha completato il programma. Caritas attiva anche nel governatorato di Jenin, dove è stato attivato il progetto Coherence Jenin per contrastare frammentazione sociale e difficoltà economiche attraverso la creazione di quattro Gruppi di Azione locale (Lag) coinvolgendo giovani, donne e stakeholder comunitari, dando loro voce nel processo di sviluppo del territorio. Formazione professionale, sostegno all’imprenditorialità e tirocini hanno permesso a 144 beneficiari di avviare microimprese, con 114 percorsi completati. Al contempo, iniziative dedicate all’agroecologia – tra cui la distribuzione di 500 opuscoli e corsi per agricoltori – hanno promosso pratiche sostenibili e sicurezza alimentare. Emblematica la storia di Mohamad Al Khabas, giovane con disabilità che, grazie al supporto del progetto, ha avviato una piccola produzione di ortaggi venduti al mercato locale. Il suo successo è stato definito “fonte di ispirazione” per l’intera comunità.
Rafforzare la dignità. Nonostante incursioni, instabilità e difficoltà economiche aggravate dalla guerra, spiega il Rapporto Caritas, la partecipazione della comunità ha garantito continuità ed efficacia al programma. Gli interventi — sottolinea Caritas — rappresentano un investimento nel capitale umano e nella resilienza delle comunità. Non semplici aiuti temporanei, ma strumenti per rafforzare dignità, autonomia e partecipazione sociale nei territori più fragili della Terra Santa. Per il Segretario generale di Caritas Jerusalem, Anton Asfar,“questo rapporto non riflette solo numeri o statistiche: racconta le storie di esseri umani che, con il nostro supporto, hanno trovato forza, speranza e una strada da percorrere nei momenti più bui”.
