Attualità
Ex lsu/lpu. Flash mob a Roma il prossimo 4 dicembre
Dopo il partecipato flash mob nei giorni scorsi alla cittadella di Germaneto per il ripristino del fondo ex lsu/lpu per l’aumento delle ore ai lavoratori part-time, giovedì quattro dicembre un altro flash mob a Roma, davanti Montecitorio, per sollecitare l’approvazione del Disegno di Legge n. 539 presentato in data 03/02/2023 per il riconoscimento dei contributi previdenziali dei lavoratori ex lsu/lpu. Gli unici dipendenti pubblici che non hanno gli stipendi da dipendenti pubblici, come quelli della Regione, Provincia e degli uffici decentrati dello Stato. Una tragedia comica, lo Stato che fa lavorare a nero i suoi dipendenti. Un vero e proprio lavoro nero, legalizzato dallo Stato che li farà diventare i prossimi poveri della P.A. Il tutto, sottolineano – Romolo Cozza, Giulio Pignataro, Oreste Valente, Giovanni Conforti, Giovanni Muto e Gino Pettinato del coordinamento dei lavoratori ex Lsu/Lpu della Calabria – nel silenzio più assoluto dei sindacati e della politica, un grido di allarme il loro, specie ai sindacati confederali. Prendete una posizione forte a difesa di questi lavoratori, siamo pronti a farci da parte, hanno ribadito a gran voce.
A Roma, davanti Montecitorio, un altro flash mob. Stipendi insufficienti e diritti negati. Gli Lsu/Lpu rappresentano circa il 90% della forza lavoro nei comuni calabresi. Non è concepibile che questi lavoratori siano costretti a operare con stipendi bassissimi e senza il riconoscimento dei contributi previdenziali per gli anni lavorativi antecedenti alla stabilizzazione. Una condizione che, oltre a ledere i diritti individuali, rischia di compromettere la prospettiva pensionistica di migliaia di famiglie. La richiesta sarà quella di sollecitare il Governo, per l’approvazione definitiva del Disegno di Legge n. 539 presentato in data 03/02/2023, dal sen. Gasparri, (disposizioni in materia di riconoscimento del diritto alla pensione ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità) da incardinare in commissione lavoro, per il riconoscimento dei contributi previdenziali.
Ricordiamo – rimarca il coordinamento – che gli ex LPU/LSU (lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità) sono dipendenti comunali in più di 360 comuni della Calabria, circa 4500, oramai diventati il 90% della forza lavoro, con funzioni e servizi anche superiori di qualifica ma con stipendi nella gran parte dei casi, sotto le 1000 euro. E sì, perché nei comuni calabresi, ci sono dipendenti comunali ancora con orario part-time da 14 a 26 ore settimanali, cioè sotto le 700 euro al mese. Una ingiustizia sociale e lavorativa, mortificante, tenendo presente che oltre a questo danno economico, anche la beffa, per i primi 15 anni, di attività, questi lavoratori hanno lavorato senza il riconoscimento dei contributi previdenziali, un vero e proprio lavoro nero, legalizzato dallo stato che li farà diventare i prossimi poveri della P.A.
