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In ricordo di Giuseppe Milicchio…
Ci sono persone che lasciano il segno. Una di queste è certamente Giuseppe Milicchio, storico radiocronista delle partite del Cosenza calcio. Oggi ci ha lasciato, generando commozione e tristezza in tutta la Cosenza sportiva e non solo. Giuseppe è stata la voce dei lupi per anni. Ci ha tenuti incollati alla radiolina, quando il calcio ancora non era in tv.
Giuseppe aveva una passione smisurata per il Cosenza. La sua voce diceva emozione, passione, oltre che competenza. Migliaia e migliaia di chilometri, nei campi di tutta Italia e non solo, per raccontare le gesta dei lupi. Le vittorie e le sconfitte di una squadra che aveva nel cuore da sempre, e che ha sempre tenuto nel cuore. Chi non ricorda la sua telecronaca nel pareggio miracoloso in 9 contro 11 dal campo di Udine? E chi può dimenticarsi degli ultimi concitati minuti di Padova – Cosenza, quando il gol di Lantignotti ne tarpò l’urlo di gioia che nel frattempo Giuseppe stava sfogando abbracciando i tifosi rossoblù, nel giorno della retrocessione in serie C? E chi può dimenticare l’immediata risalita nella serie cadetta del 1998, quando la sua voce era punto di riferimento in tutti i campi polverosi della categoria? Giuseppe aveva un amore smisurato per il Cosenza.
Quando ci vedeva, parlava sempre e solo del Cosenza calcio. Come se il suo cuore fosse colorato di rosso e di blu. E lo era davvero. Nonostante sofferenze e vicende che ne hanno segnato la sua vita di sportivo, tifoso e professionista. Negli ultimi anni, andato in pensione, s’era dedicato alla trasmissione televisiva di eventi non solo sportivi, come le celebrazioni nella cattedrale di Cosenza. Anche lì, dopo una vittoria o una sconfitta dei lupi, specialmente negli ultimi tribolati anni di serie B, bastava uno sguardo dal fondo della navata della chiesa: Giuseppe ci vedeva e voleva parlare del Cosenza. Tante volte, mentre preparava la produzione, sullo schermo piccolo seguiva la sua squadra del cuore. Ma, con la stessa cura di una radiocronaca, preparava meticolosamente anche le trasmissioni a contenuto spirituale.
Giuseppe, negli anni, qua e là in Italia, ed è andato davvero dappertutto, s’éra fatto tanti amici. Ognuno oggi lo piange e lo ricorda. Un modello da imitare, un professionista da apprezzare.
