Chiesa
Giubileo. Papa Leone XIV al mondo educativo: non fermatevi a guardare lo smartphone, guardate il Cielo
“Da ex professore di matematica e fisica, permettetemi di fare con voi qualche calcolo”. Lo ha detto il Papa, nel discorso rivolto agli studenti che partecipano al Giubileo del mondo educativo. “Avete qualche esame di matematica fra poco, forse?”, ha aggiunto fuori testo con un sorriso. “Sapete quante stelle ci sono nell’universo osservabile?”, la domanda ai giovani: “Un numero impressionante e meraviglioso: un sestilione di stelle – un 1 seguito da 24 zeri! Se le dividessimo tra gli 8 miliardi di abitanti della Terra, ogni uomo avrebbe per sé centinaia di miliardi di stelle. Ad occhio nudo, nelle notti limpide, possiamo scorgerne circa cinquemila”. “Anche se le stelle sono miliardi di miliardi, vediamo solo le costellazioni più vicine”, ha spiegato Leone XIV: “Queste però ci indicano una direzione, come quando si naviga per mare. Da sempre i viaggiatori hanno trovato la rotta nelle stelle. I marinai seguivano la Stella polare; i polinesiani attraversavano l’oceano memorizzando mappe stellari”. “Secondo i contadini delle Ande, che ho incontrato da missionario in Perù, il cielo è un libro aperto che segna le stagioni della semina, della tosatura, dei cicli della vita”, la testimonianza da missionario: “Persino i Magi hanno seguito una stella per arrivare a Betlemme e adorare Gesù Bambino”. “Come loro, anche voi avete stelle-guida: i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti, gli amici, bussole per non perdervi nelle vicende liete e tristi della vita”, ha detto il Papa: “Come loro, siete chiamati a diventare a vostra volta luminosi testimoni per chi vi sta accanto”. “Ma una stella da sola resta un punto isolato”, il monito: “Quando si unisce alle altre, invece, forma una costellazione, come la Croce del Sud. Così siete voi: ognuno è una stella, e insieme siete chiamati a orientare il futuro”. “Quando Galileo Galilei puntò il cannocchiale al cielo, scoprì mondi nuovi: le lune di Giove, le montagne della Luna”, l’esempio scelto da Leone: “Così è l’educazione: un cannocchiale che vi permette di guardare oltre, di scoprire ciò che da soli non vedreste. Non fermatevi, allora, a guardare lo smartphone e i suoi velocissimi frammenti d’immagini: guardate al Cielo, verso l’alto”.
“Non lasciate che sia l’algoritmo a scrivere la vostra storia! Siate voi gli autori: usate con saggezza la tecnologia, ma non lasciate che la tecnologia usi voi”. È l’appello del Papa, nella parte centrale del discorso rivolto agli studenti che partecipano al Giubileo del mondo educativo. Leone XI ha definito i giovani “maestri” nel digitale: “Ci vivete dentro, e non è un male: ci sono opportunità enormi di studio e comunicazione”. “Anche l’intelligenza artificiale è una grande novità – una delle rerum novarum, cioè delle cose nuove – del nostro tempo”, ha osservato Leone XIV, secondo il quale “non basta essere intelligenti nella realtà virtuale, ma bisogna essere umani con gli altri, coltivando un’intelligenza emotiva, spirituale, sociale, ecologica”. “Educatevi ad umanizzare il digitale, costruendolo come uno spazio di fraternità e di creatività, non una gabbia dove rinchiudervi, non una dipendenza o una fuga”, l’invito del Pontefice: “Anziché turisti della rete, siate profeti nel mondo digitale!”. L’esempio citato è quello di San Carlo Acutis, “un ragazzo che non si è fatto schiavo della rete, usandola invece con abilità per il bene”: “San Carlo – il ritratto del Papa – unì la sua bella fede alla passione per l’informatica, creando un sito sui miracoli eucaristici, e facendo così di Internet uno strumento per evangelizzare. La sua iniziativa ci insegna che il digitale è educativo quando non ci rinchiude in noi stessi, ma ci apre agli altri: quando non ti mette al centro, ma ti concentra su Dio e sugli altri”.
