Chiesa
60esimo Nostra Aetate, il Papa invoca dialogo e ponti
“Il dialogo non è una tattica o uno strumento, ma un modo di vivere, un cammino del cuore che trasforma tutti i suoi protagonisti, chi ascolta e chi parla”. Così il Papa, nel discorso di commemorazione dei 60 anni della “Nostra Aetate”, ha sintetizzato il messaggio della dichiarazione conciliare. “Percorriamo questo cammino non abbandonando la nostra fede, ma restando saldamente al suo interno”, l’invito di Leone XIV dall’Aula Paolo VI: “Perché il dialogo autentico non nasce dal compromesso, ma dalla convinzione, cioè dalle radici profonde della nostra stessa fede che ci danno la forza di tendere la mano agli altri con amore”. “Sessant’anni dopo, il messaggio di ‘Nostra Aetate’ rimane più urgente che mai”, la tesi del Papa, che ha esortato a “guardare oltre ciò che ci separa e a scoprire ciò che ci unisce tutti”. “Eppure oggi ci troviamo in un mondo in cui questa visione è spesso oscurata”, l’analisi di Leone: “Vediamo muri che si ergono di nuovo tra le nazioni, tra le religioni, persino tra vicini. Il frastuono della guerra, le ferite della povertà e il grido della terra ci ricordano quanto fragile rimane la nostra famiglia umana”. “Molti si sono stancati delle promesse; molti hanno dimenticato come sperare”, la denuncia del Pontefice, che ha esortato i capi religiosi ad “aiutare il nostro popolo a liberarsi dalle catene del pregiudizio, dell’ira e dell’odio; aiutarlo a elevarsi al di sopra dell’egoismo e dell’autoreferenzialità; aiutarlo a sconfiggere l’avidità che distrugge sia l’animo umano sia la terra”. In questo modo, per il Pontefice, “possiamo guidare i nostri popoli a diventare profeti del nostro tempo, cioè voci che denunciano la violenza e l’ingiustizia, curano le divisioni e proclamano la pace per tutti i nostri fratelli e sorelle”. “Camminare insieme nella speranza”, l’invito nell’anno giubilare: “Non è l’impegno di una sola religione, di una sola nazione o anche di una sola generazione. È un compito sacro per tutta l’umanità mantenere viva la speranza, mantenere vivo il dialogo e mantenere vivo l’amore nel cuore del mondo”. “In questo momento cruciale della storia, ci è stata affidata una grande missione”, ha concluso Leone XIV: “risvegliare in tutti gli uomini e le donne il loro senso di umanità e del sacro, portare speranza a un’umanità spesso tentata dalla disperazione”
