Sulla Terra santa i primi venti di pace

L’annuncio della firma degli accordi tra Israele e Hamas che saranno firmati nelle prossime ore ha riacceso la speranza. Sulla Terra Santa ed in particolare sulla striscia di Gaza, si è riaccesa una speranza salutata festosamente per le strade oltre che dai commentatori politici e dalle flotte di giornalisti pronti a partire per quello che stato un fronte caldo ma off-limits per gli operatori stranieri.

Annunciata la liberazione degli ostaggi israeliani, dei prigionieri palestinesi, ma soprattutto l’immediato ingresso di aiuti. Ne serviranno tanti, insieme a progetti di ricostruzione. Ma il vento della Pace è desiderato, atteso, cercato dalla maggior pate delle persone.

Questo primo grande appuntamento non dovrà restare un atto formale, dovrà innescare un processo da riproporre nella ancora più complicata situazione sul fronte ucraino.

Israele e Hamas hanno raggiunto l’accordo sulla “prima fase” del piano per sospendere i combattimenti e rilasciare almeno i 20 ostaggi ancora vivi nel fine settimana. Di riflesso, anche detenuti palestinesi dovrebbero essere liberati dalle carceri israeliane. E proprio nel fine settimana in Medio Oriente, e forse anche a Gaza, dovrebbe arrivare l’artefice dell’accordo, il presidente statunitense Donald Trump, che ha annunciato sul suo social media Truth lo storico traguardo.

Molto realista e speranzoso il cardinal Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, che definisce l’annuncio una bella notizia. “La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell’esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare. Questa prima fase ne aprirà delle altre – ha aggiunto – e creerà – ha aggiunto – un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa ma è necessario cominciare a ripensarla””.