Il Festival della missione a Torino dal 9 al 12 ottobre

“Diverse realtà e organismi missionari hanno lavorato per preparare questo festival: c’è la preziosità di lavorare insieme con gli istituti missionari, con una collaborazione stretta tra Cimi, Fondazione Missio, e con la diocesi che ci ospita. Insieme per un unico ideale: far conoscere il senso vero della missione della Chiesa al grande pubblico”. Don Giuseppe Pizzoli è direttore generale di Missio, organismo pastorale della Chiesa italiana. Presente alla conferenza che a Torino illustra il prossimo Festival della Missione, afferma al Sir: “Ci portiamo dietro, per tradizione, una idea di missione legata a espressioni e forme di carità, solidarietà, sviluppo umano. E questo è verissimo. Ma occorre riconoscere che i missionari che vanno tra le genti si inseriscono nella realtà di quei popoli, ne colgono lingue, tradizioni, cultura e si immedesimano in quelle realtà, creando le condizioni per un vero dialogo di fraternità, e annunciando il vangelo di Gesù. Lo scopo del festival sarà trasmettere questa realtà di Chiesa. Una missione ad gentes che è incontro tra i popoli, crea fraternità, fa dialogare culture differenti”. Il festival del 9-12 ottobre si colloca, precisa don Pizzoli, “a ridosso del Giubileo dei migranti e del mondo missionario e nel contesto del mese missionario. Si tratta di momenti forti che possono ispirare anche l’attività pastorale che parrocchie, gruppi missionari e diocesi realizzeranno in questo mese, culminando nella Giornata missionaria mondiale”. “Il volto prossimo”, tema del festival, “prende ispirazione dalla città che ci ospita, Torino, che custodisce la Sindone dove è impresso il volto di Cristo. Ebbene, come missionari siamo chiamati a far conoscere il volto di Gesù e il vangelo, la sua ‘buona notizia’; ma missione significa anche riconoscere nel volto di ogni uomo il volto di Cristo. Così la missione diventa sempre più un incontro tra volti, relazioni personali e autentiche, di rispetto, di dialogo, fondate sulla dignità di ogni persona e seme di pace”.