Assemblea pubblica Cosenza calcio, un nulla di fatto

Nel cinema San Nicola il confronto tra Eugenio Guarascio, Alfredo Citrigno, Franz Caruso e la tifoseria. Però senza costrutto…

Ad andarci di mezzo, alla fine, sono i tifosi. Non hanno perso, altroché, perché in faccia a Guarascio hanno detto tutto quello che pensavano, e che è sotto gli occhi di un’intera città. Al cinema San Nicola è andato in scena un incontro sempre più carico di tensione, forse di aspettative o di illusioni, di certo finito con la delusione sul volto di tutti. C’era gente quasi in lacrime, al termine del confronto tra Guarascio da una parte e tutta la città, sindaco anzitutto, dall’altra.

Lacrime di amarezza, perché, come sottolineato dagli interlocutori, a dispetto delle affermazioni il presidente Guarascio non fa nulla di concreto per vendere la società. Dinanzi alle domande del sindaco Caruso sulla somma richiesta per la cessione e sui tempi per la realizzazione di questa, il proprietario ha glissato, preferendo giri di parole senza arrivare a dire nulla di concreto. Il primo cittadino ha riconosciuto che l’assemblea pubblica non ha fatto fare nessun passo avanti nelle trattative, nonostante i rappresentanti storici della tifoseria organizzata che, evidentemente esasperati, hanno detto in mille modi a Guarascio che la piazza non lo vuole più come presidente.

C’era tanta gente, al San Nicola. C’era l’imprenditore Alfredo Citrigno, che ha letto la pec inviata il 30 settembre 2024 in cui offriva a Guarascio 10 milioni di euro meno i debiti, che la società venditrice si sarebbe accollata. Alla fine degli incontri con Citrigno, non se ne fece nulla. Ma la pec letta dimostra la concretezza dell’offerta, e soprattutto il fatto che fosse rivolta ad acquisire il 100% della società. Collegato da remoto anche Pietro Gigliotti, avvocato rappresentante di un’altra cordata. Dopo un tira e molla con Guarascio in presa diretta, Gigliotti ha svelato l’offerta che il 21 luglio 2025 aveva, nella sua qualità, rivolto per l’acquisto della società: 1,5 milioni più I debiti. Ma Guarascio ne voleva 5.

Uno dei termini maggiormente utilizzati è stato due diligence, uno strumento giuridico che consente di verificare la situazione economico finanziaria della società e la fattibilità – opportunità del compratore e della sua offerta, nonché del venditore stesso. Gigliotti la invoca per una possibile nuova trattativa, Guarascio vuole sul tavolo una proposta. In mezzo a tutto questo le parole sono tante, con il presidente che per due volte afferma di non fidarsi dei proponenti.

L’invito di tutta la piazza, sindaco compreso, è a vendere. Guarascio dice sì ma si rifiuta di dire cifre e non accetta neanche termini entro cui portare a termine le operazioni. Si arriva a un nulla di fatto, al volto di Guarascio sempre più scuro e quasi spazientito, ai cori di contestazione.

Un nulla di fatto, si ribadisce. Ma forse era prevedibile.

rpt