Cultura
Ritrovato il Cristo in croce di Rubens, esempio di pittura barocca
L’artista fiammingo, considerato l’archetipo della cultura barocca, realizzò quadri dal forte impatto emotivo
Una scoperta sbalorditiva lascia a bocca aperta esperti e amanti di storia dell’arte. In una villa parigina è stato rinvenuto un dipinto a lungo perduto: il Cristo in croce del pittore fiammingo Peter Paul Rubens. La sua autenticità è stata comprovata dall’autorevole storico dell’arte tedesco Nils Büttner, presidente del Centrum Rubenianum di Anversa dal 2021, il quale ha condotto indagini radiografiche e ha analizzato i pigmenti. Il dipinto, forse, fu realizzato per un collezionista privato, poi finì in mano al pittore francese Willian-Adolphe Bouguereau vissuto nel XIX secolo, quindi nella casa parigina dove è stato reperito. La scoperta di questo pregevole autografo è stata data da Jean-Perre Osenat, direttore della casa d’aste francese Osenat, che ha condiviso la notizia con l’agenzia France Press (AFP). Nel suo comunicato ha specificato che siamo dinnanzi ad un manufatto che rappresenta “l’inizio della pittura barocca”, realizzato quando il suo creatore era ormai all’apice della sua fama artistica. Ricordiamo che Rubens, nato a Siegen nel 1577 e morto ad Anversa nel 1640, è considerato proprio l’archetipo della cultura barocca. Fu in grado di tradurre visivamente l’allusione al potere politico e religioso, attraverso virtuosismi, forme sfarzose e dinamismi, contraddistinguendosi per il fatto di possedere uno spirito aperto a nuove idee, pur mantenendo uno spiccato interesse per l’antichità. Il suo barocchismo è evidente nella sua capacità di scorciare le figure in modo alquanto ardito, proiettandole nello spazio con dinamico movimento. Ciò gli consente di realizzare capolavori di grande profondità e impatto emotivo. Il colore, invece, acquisisce per lui una valenza autonoma, perdendo la sua canonica funzione di chiarire e spiegare la forma oggettiva e venendo usato in maniera dinamica, con pennellate che trasmettono energia e vitalità. Le tematiche bibliche sono trattate con una certa complessità di impianti compositivi, con un attento uso della luce e con una descrizione adeguata degli effetti atmosferici. Nei dipinti a tema religioso Rubens raffigura la divinità in stretta connessione alle sensazioni fisiche. Il dolore o la gioia dei personaggi sono specchio dei sentimenti di questo mondo. Il pittore fiammingo innesta nella materia sacra qualcosa di pagano e lo fa in maniera così decisiva, superando addirittura altri grandi come Caravaggio. Troviamo tutto ciò nel Cristo in croce, che rappresenta una vera e propria “professione di fede” da parte dell’artista, prima protestante poi convertito al cattolicesimo. Di medie dimensioni (105.5X72,5 centimetri), il quadro mostra Gesù crocifisso da solo che emana una luce (simbolo di salvezza) tale da creare un evidente contrasto con le nubi grigie (il peccato del mondo) dello sfondo che minacciano pioggia. Büttner ha notato che il corpo del defunto si curva in avanti, e ciò si comprende dalla tensione delle braccia. Sullo sfondo a sinistra del Cristo è dipinto un panorama roccioso verde che simboleggia il Golgota, mentre a destra è visibile la città di Gerusalemme colpita da un temporale. Rubens adotta un crudo realismo descrittivo, visibile nel sangue che scorre lungo il braccio destro e lungo il fianco, ma anche nella delineazione del paesaggio. Il contrasto tra luci e ombre dà più risalto alla figura, creando una certa atmosfera suggestiva. Büttner ha aggiunto che l’opera verrà inclusa nei prossimi Addensa e Corrigenda del catalogo ragionato di Rubens. Il capolavoro sarà messo all’asta il 30 novembre alla modica cifra di 2 milioni di euro.
