A Cariati una mostra fotografica sulla tragedia di Cutro

“I sogni attraversano il mare” è il tema di una mostra sul naufragio di migranti avvenuto a Cutro nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Aperta fino al 30 settembre prossimo, la mostra è ospitata a Cariati (Cs), presso i locali del Museo del mare, dell’agricoltura e delle migrazioni. L’esposizione è curata da Giuseppe Pipita, direttore del bisettimanale “Il Crotonese”. Fu lui, la mattina del 26 febbraio 2023, il primo giornalista a intervenire sulla spiaggia di Steccato di Cutro (Kr) dove si era consumata la terribile strage di migranti. : un caicco.

Foto Museo del mare, dell’agricoltura e delle migrazioni – Cariati (Cs)

Nella notte, un caicco partito dalla Turchia con a bordo 180 persone, era letteralmente andato in frantumi, nell’impatto con una secca, a poche decine di metri dalla costa provocando 94 morti, tra cui 35 bambini. La mostra presenta sia gli scatti da lui realizzati nell’immediato, dall’arrivo dei soccorsi al recupero dei corpi fino al difficile salvataggio dei superstiti, in un mare “calmo al largo e con onde altissime verso la costa”; sia quanto accaduto nei giorni successivi, le bare schierate nel Palamilone di Crotone, l’arrivo del presidente Sergio Mattarella, le iniziative del governo, quelle solidali della gente di Calabria e delle madri di Cutro che chiedevano perdono per le piccole vittime.

“Dopo aver perso tutto – racconta Sow, originario della Guinea, sopravvissuto al naufragio -, sono salito su una barca. Abbiamo passato giorni pieni di paura. Quando una nave italiana ci ha salvati, ho sentito di avere una seconda possibilità”. Gli fa eco il suo compagno Ayman, dal Sudan, salvo anche lui. “Arrivare in Italia non era solo avere terra sotto i piedi: era l’inizio della pace”. Entrambi, sono ospiti dell’ex seminario di Cariati nell’ambito del Progetto Sarepta di prima accoglienza per Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA), da anni in corso presso la cittadina ionica e hanno partecipato alla presentazione della mostra. 94 fotografie in tutto, tante quante furono le vittime della strage, anche se il museo di Cariati al momento ne ospita solo 35, quanti furono i bambini periti in quella terribile notte di paura e di morte. “Si tratta – spiega la direttrice del Museo, Assunta Scorpiniti -, di un vero e proprio documentario visivo, arricchito da pensieri, poesie, commenti, che hanno reso l’evento di Cutro l’emblema del dramma infinito dei migranti, delle pericolose traversate in mare e degli sbarchi, tuttora incessanti, sulle nostre coste. Queste foto sono un documento storico importante”.

Istantanee che raccontano uomini, donne, bambini che non ce l’hanno fatta. “Raccontano quello che si è fatto e quello che si sarebbe dovuto fare – sottolinea Pipita – e le foto servono a non dimenticare”. “Quando sono arrivato – prosegue il giornalista – il mare restituiva i corpi. Io sono stato il primo giornalista ad arrivare e a vedere e quell’orrore ce l’ho ancora negli occhi. Da allora, il mare, lo guardo in modo diverso. Ricordo l’affanno dei primi soccorritori che tiravano via dal mare i bambini, le donne. I carabinieri, i vigili del fuoco che  a rischio della vita, si tuffavano per salvarne altri, venivano risucchiati dalle onde. E poi c’erano i superstiti. Non dimenticherò mai i loro occhi. Io mi sono seduto sulla spiaggia, sfinito. Dopo aver visto i morti, fotografato tutto e scritto notizie dalle 7.30 del mattino, mi sono trovato davanti agli occhi una scarpetta n. 26. Era di un bambino. In quel momento – ricorda – ho capito quanto era grande quella tragedia”.

Sul tema della migrazione e dell’accoglienza, a livello istituzionale e sociale, e sull’importanza documentaria della mostra si è soffermato il Delegato comunale ai Turismi, Antonio Scarnato, che ha avuto parole di apprezzamento anche per l’impegno del Museo, su argomenti che riguardano la società e il mondo contemporaneo. Un contributo d’esperienza è stato offerto, oltre che dai giovani di origine africana, anche dagli interventi di Graziella Falvo, operatrice del Progetto Sarepta e da Francesca Benevento, psicologa del locale Centro SAI, gestito dalla Cooperativa sociale Agorà Kroton, un’altra realtà locale di accoglienza, impegnata insieme al Comune di Cariati, nell’integrazione sociale di famiglie migranti. “Accogliere – sottolinea la Direttrice del Museo e curatrice dell’evento Assunta Scorpiniti -, è un fatto di giustizia e umanità, di cui ciascuno deve sentirsi responsabile, cercando di conoscere, di non assuefarsi al ripetersi degli sbarchi e tenendo alta la guardia su chi decide in tema di accoglienza e salvataggi”.La mostra fotografica “I sogni attraversano il mare” ha chiuso la rassegna espositiva del programma “Un’Estate al Museo 2025”, una rassegna svoltasi tra i mesi di luglio e agosto ricca di eventi e appuntamenti tra i quali, da ricordare, una mostra di arte digitale e un’altra di fotografia etnografica.