Calabria: set di due nuovi film

Le due pellicole sono state presentate all’82° Mostra del Cinema di Venezia

La Calabria, con le sue bellezze naturali e le sue caratteristiche topografiche, continua ad essere scelta come set cinematografico di tante nuove pellicole. All’82° Mostra del Cinema di Venezia sono stati presentati due film girati in parte nella nostra terra: Ammazzare stanca e Il quieto vivere. Il primo, diretto da Daniele Vicari, è una produzione Mompracem con Rai Cinema e vanta il sostegno di Emilia Romagna Commission e di Calabria Film Commission. Il cast è composto da Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Pier Giorgio Bellocchio, Rocco Papaleo e Saverio Malara. Le scene sono state girate in parte in Emilia Romagna e in parte in Calabria. Nella nostra regione le cineprese hanno ripreso le località di Lamezia Terme, di Spezzano della Sila, di Camigliatello Silano, di San Luca e di Bovalino. “Ammazzare stanca”, in uscita il prossimo 04 dicembre, è la drammatica storia autobiografica di un ragazzo di nome Antonio Zagari, reggino di San Ferdinando, il cui destino è legato alla ‘ndrangheta. Siamo nell’Italia degli anni ’70 caratterizzata, tra le altre cose, dalla diffusione della criminalità organizzata calabrese che dal sud si sposta verso il nord. Figlio del boss Giacomo Zagari, emigrato in Lombardia, Antonio comprende, dopo una serie di omicidi, che la condotta malavitosa non fa per lui. Cerca di rifiutare la ripugnante eredità paterna, sorretto dall’amore della fidanzata Angela (Selene Caramazza), mentre molti suoi coetanei scioperano nelle fabbriche, nelle università e nelle piazze. È l’emergere della coscienza che induce il giovane ad opporsi a così tanta violenza e a lottare contro il padre, che vorrebbe ridurlo a soldato ubbidiente e silenzioso, cercando in tutti i modi di intraprendere un’esistenza ben lontana dalla malavita. Nell’omonimo memoriale da cui la pellicola è stata tratta, Antonio Zagari ricorre alla scrittura come mezzo di rinascita e di libertà, come modalità di espressione del sé e di ricerca di una nuova realtà. Lo strumento narrativo, con tanto di stilemi del genere crime, diventa catarsi, rigenerazione, consapevolezza del proprio io, riscoperta del sentire umano, rinuncia ad uccidere e riappropriazione della vita. “Il libro l’ho letto, credo, 17 anni fa – spiega Vicari – La cosa che mi ha colpito è il fatto che questo giovane ‘ndranghetista Antonio Zagari abbia usato la scrittura come mezzo per capire la propria condizione, per porsi domande profonde“. “Il quieto vivere”, diretto da Gianluca Matarrese, è co-prodotto da Faber Produzioni e Stella Entertainment con Rai Cinema/Elefant Films, con il sostegno di Calabria Film Commission. Tra le location in cui sono state girate le scene figurano anche Corigliano-Rossano e Sibari. Dal 31 agosto nei cinema, il film parla delle vicende di una famiglia calabrese segnata da conflitti, tensioni, ripicche e rancori. Il prodotto è al contempo una tragedia e una farsa, capace di descrive efficacemente sul grande schermo la crisi economica italiana degli anni ’10. Nella palazzina di un piccolo borgo calabrese di 70 anime, tutte imparentate fra di loro, e in cui il rancore e i battibecchi sono all’ordine del giorno, due cognate (Maria Luisa e Imma) combattono una perenne faida domestica. Insieme ad altri membri della famiglia mettono in scena fragilità e solitudini all’interno di uno scenario realistico. Una delle due donne è propensa a mettere pace e desidera il quieto vivere, l’altra invece è guerrafondaia. Si ritrovano circondate dalle zie e dagli altri membri della famiglia, che tentano di mettere le buone. La pellicola presenta un ritratto intimo, crudo e doloroso di un ambiente domestico che ricalca il contesto familiare dello stesso regista. Questi impiega un linguaggio ibrido, nutrito di aspetti documentari, teatrali, realistici e cinematografici. La trama scava nelle ferite di una famiglia e porta lo spettatore a scoprire verità nascoste, a metà tra realtà e fiction. Il richiamo alla tragedia greca è palese fin dall’inizio, con le parole di Antigone di Sofocle: “Non c’è male peggiore di una famiglia divisa”. “Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema” le parole di Matarrese.          

Foto Film Il quieto vivere
Foto Film Ammazzare stanca