Luzzi. Sant’Aurelia Marcia accoglie i fedeli

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In corso il settenario nella chiesa di San Giuseppe nel centro storico luzzese. La cappella della martire è oggetto di forte devozione

È forte la devozione e il ricordo orante di sant’Aurelia Marcia nella comunità di Luzzi. La vergine santa Aurelia trovó la morte durante la persecuzione di Diocleziano, all’inizio del IV secolo.
Oggi, e dal 1744, le spoglie mortali di Sant’Aurelia riposano nella chiesa di San Giuseppe, nel centro storico luzzese. La cappella fu voluta dalla nobile famiglia Firrao.
Un legame, quello tra Luzzi e la martire, testimoniato ad esempio dai canti tradizionali che vengono realizzati durante il tempo della festa, a inizio settembre.
La devozione in realtà si estende ai fedeli di altre località e diocesi, come provano i tradizionali pellegrinaggi dalle comunità di Longobucco o di Mirto, nell’arcidiocesi di Rossano – Cariati. Sarà proprio il vescovo rossanese, mons. Maurizio Aloise, il 7 settembre (ore 11), a presiedere la solenne Eucaristia.
Il settenario in preparazione è l’occasione per la comunità di Luzzi di vivere momenti di comunione nella preghiera con altre realtà parrocchiali, che quotidianamente stanno animando le celebrazioni, invitate dal parroco don Andrea Lirangi, che con cura e zelo promuove e guida le celebrazioni in onore di sant’Aurelia.

Le vicende biografiche e l’arrivo a Luzzi

Secondo la tradizione Aurelia, sarebbe nata a Roma, presso a poco nell’anno 284 d.C., da famiglia nobile pagana e decapitata nel IV secolo d.C, durante la decima persecuzione dell’imperatore Diocleziano. La Martire avrebbe ricevuto il battesimo all’interno delle catacombe, forse, da parte del pontefice San Marcellino e si sarebbe consacrata a Cristo mediante voto di virginità. Il padre, avendo scoperto la sua conversione al cristianesimo, la fece imprigionare nel tentativo di riportarla al paganesimo. Aurelia avrebbe rifiutato di prendere come sposo un giovane aristocratico; questi la denunciò al prefetto e sarebbe stata condotta in carcere per poi essere messa a morte. Dopo innumerevoli supplizi Aurelia sarebbe morta l’11 luglio del 303 d. C. all’età di 19 anni. La Santa fu poi vestita da sposa e sepolta nella catacomba di San Sebastiano. La traslazione delle spoglie mortali della martire da Roma a Luzzi avvenne nel 1744, su iniziativa del segretario di Stato della Santa Sede Giuseppe Firrao, in segno di benevolenza nei confronti della sua terra natia. Il cardinale voleva insignire la cappella di un martire illustre. Il cardinale Firrao dispose il corpo della Santa in un reliquiario di legno chiuso da cristalli, collocando all’interno lo stemma cardinalizio e nella parte superiore l’iscrizione “AVRELIA MARCIA MARTYR”. La Santa martire è disposta in maniera rannicchiata con una mano posta sotto il capo adagiato su un cuscino, mentre nell’altra tiene una ricca palma con ricami in oro. Per via marittima l’urna giunse a Paola, e da qui venne trasferita a Luzzi, dove fu collocata, insieme con l’iscrizione, in una cappella appositamente creata, nella Chiesa di San Giuseppe (M. Campise., Cenni storici su S. Aurelia Marcia Vergine e Martire venerata in Luzzi, Milano, Ambrosiana, 1917, pp. 115-119). “Alla solenne cerimonia erano presenti il principe di Bisignano, Luigi II Sanseverino (1726-1772), la sua corte, i nobili del distretto diocesano e tutto l’apparato ecclesiastico della diocesi di Bisignano al seguito del vescovo Felice Castriota Sollazzo (1721-1745)” [R. Curia, S. Aurelia e Bisignano in “Il Veltro di Sambucina”, a. II, aprile 1994, p. 4].