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Meeting Rimini. Dionisi (Esteri), su libertà religiosa serve figura istituzionale europea

L’attivismo italiano sulla libertà religiosa dovrebbe “fare da apripista e rappresentare una base per una figura istituzionale europea che, da quello che abbiamo verificato fino ad oggi, stenta a decollare”. Lo ha dichiarato Davide Dionisi, inviato speciale del ministro degli Esteri per la promozione della libertà religiosa, intervenendo al Meeting di Rimini.
“Nelle religioni possiamo vedere la possibile base di un nuovo consenso globale per la pace internazionale e la sicurezza umana, oggi sempre più minacciate da una crescente competizione per le limitate risorse e da stress sociale”, ha spiegato Dionisi tracciando il bilancio di due anni di attività.
L’Inviato speciale ha ricordato le principali iniziative promosse: “Il Primo Forum sulla libertà religiosa a Palazzo Chigi con focus sul Pakistan, la Conferenza dei missionari italiani alla Farnesina, il forum sulle nuove schiavitù all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede e il Convegno sulla formazione per lo sviluppo in Africa nell’ambito del G7 di Pescara”.
“Pensiamo ai recenti attentati alle chiese di Mar Elias a Damasco e di Komanda in Repubblica Democratica del Congo, o ancora agli attacchi contro le comunità cristiane in Cisgiordania, dove i cristiani vengono colpiti perché la loro presenza è un fattore di dialogo e pace”, ha aggiunto Dionisi.
“La promozione del dialogo interreligioso assume un ruolo cruciale nel costruire fiducia reciproca tra comunità diverse e nel prevenire conflitti, traducendo i principi condivisi in azioni concrete per la pace”, ha concluso l’Inviato speciale, sottolineando come “la libertà di religione e il contrasto alla violenza su base religiosa è una priorità della politica estera del Governo”.