Protagonisti e non solo consumatori. Quando l’unione degli Stati si costruisce solo sull’economia

Per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali.Quest’anno sarà ricordato come l’anno, in cui questa illusione è evaporata”.

Così Mario Draghi, con tutta la sua autorevolezza, si è espresso nel suo intervento al Meeting di Rimini. La sua relazione ha aperto una riflessione che è stata tenuta sotto cenere per anni e che prima o poi doveva emergere. Abbiamo avuto qualche sussulto quando si richiamarono i valori fondativi dell’Europa, compresi quelli cristiani, rispetto ai quali ci fu un certo laicismo che levò gli scudi in nome di non si sa quale libertà da vincoli di natura religiosa.

Ci fu chi, troppo velocemente, volle liquidare anche parte delle radici culturali e filosofiche che lambivano la Grecia e l’Impero Romano, dichiarandole robe da museo.

Ora l’intervento del grande e stimato economista apre almeno un dibattito. Forse Draghi, senza voler fare l’esegesi del suo pensiero, interviene dalla prospettiva economica, esprime la delusione di quei 450 milioni di consumatori, apre almeno una finestra di riflessione. Potrebbe essere un segnale per la politica e i governanti attraverso il quale il mondo dell’imprenditoria prende le distanze? Esprime la sua delusione? Cogliamo l’occasione della sua provocazione per rintracciare meglio i principi fondativi e valoriali, di indipendenza, libertà, pace, sussidiarietà, accoglienza e convivenza fra popoli e culture diverse che hanno reso grande il continente europeo.

I cittadini europei, infatti non sono solo consumatori, sono e devono essere sempre di più protagonisti, uomini e donne impegnati a portare nel mondo un vessillo di democrazia, passione, libertà, valori e anche resistenza contro le logiche di potere e di dominio. L’Europa può essere protagonista se, compatta, per far argine e condizionare politiche ed azioni di supremazia ingiusta, di supporto e soccorso ad altri popoli annichiliti dalla fame e da tante forme di povertà, dalla guerra. Chi è protagonista è anche capace di azioni di coraggio. L’economia non basta perché rischia di essere calcolo, interesse ristretto e può aprire la strada all’egoismo e all’avidità.

Torniamo perciò a calcare il palcoscenico di una storia che è stata segnata dai valori di civiltà, del diritto, della filosofia e della religione, per continuare a dirci “fratelli tutti” in una storia ed in un mondo che ha e deve avere uno spazio per ciascuna persona senza distinzione alcuna. Allora sarà ancora più vero e quasi (ri)fondativo l’altro passaggio che ha fatto Draghi nella sua ampia riflessione: “l‘ Ue fu creata perché nella prima metà del ventesimo secolo i precedenti modelli di organizzazione politica, gli Stati nazione, in molti paesi avevano completamente fallito nel compito di difendere questi valori. Molte democrazie avevano rifiutato ogni regola in favore della forza bruta con il risultato che l’Europa è precipitata nella Seconda guerra mondiale”.