“Cooperativismo a Parenti”. Ubaldo Lupia racconta a PdV la cassa rurale del 1917

Il dottor Ubaldo Lupia, socio dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (ICSAIC), con la pubblicazione “Cooperativismo a Parenti, Aspetti economici, politici e sociali”, ha offerto un contributo interessante per la storia del borgo e del territorio cosentino
Il volume, edito da “IlFilorosso”, ripercorre per più di un secolo, dall’inizio del ‘900 fino a giorni nostri, la storia cooperativistica di Parenti. Particolarmente prezioso il lavoro sulla nascita della cassa rurale in paese, in simbiosi con le casse rurali nate sul territorio.
Quando lo sentiamo telefonicamente per una chiacchierata sul testo, Lupia non nasconde di essere animato dalla passione per la ricerca.
Per la storia del cooperativismo locale, si è rivolto all’Archivio di Stato, tra i cui scaffali ha trovato preziosa documentazione.
“Scrivo molto sulla storia del nostro paese, che poi collego con la storia nazionale, perché la microstoria coincide con la storia grande”, ci dice subito, ammettendo che spesso non ci accorgiamo della storia che viviamo. Quella di Parenti, degli ultimi cento e più anni fa come di oggi, parla di una spinta al cooperativismo, che ovviamente risente delle vicende della storia cogente.
“Un mio compaesano, che ha fondato una cooperativa edilizia, mi chiese di approfondire sulla sua cooperativa – così Lupia spiega la genesi della sua opera. Ampliando la ricerca, ho scoperto che a Parenti, dall’inizio del Novecento, c’è sempre stata qualche attività cooperativistica, in maniera attiva e vivace”. Evidentemente la microstoria risente delle vicende dell’area del Savuto è dell’Italia.
“All’inizio del Novecento Rogliano faceva da capofila attorno al senatore Luigi Fera. Il tutto, in un intreccio di figure importanti di stampo politico, come i Quintieri e i Morelli”, dice Lupia citando le Grandi famiglie di inizio Novecento.
Le cooperative, per la maggior parte, avevano proprio finalità politiche. “Nascevano per dare diritto di voto ai soci, per cui se non si era membri di società, non si aveva diritto al voto, il suffragio non era universale”.
Ma è proprio sulla cassa rurale secondo lo stile del sacerdote moranese don Carlo De Cardona che Lupia si sofferma, recuperando, carte alla mano, le vicende della stessa. “Nel 1917 a Parenti fu aperta la cassa rurale secondo i principi e gli scopi che De Cardona propugnava nel periodo, ovvero dare un sostegno ai contadini e ai braccianti mediante prestiti con condizioni di restituzione agevolate. L’obiettivo era contrastare il socialismo allora ateo e massone che si opponeva all’attività della Chiesa. Il tutto sulla scorta della Rerum Novarum di Leone XIII”.
La cassa rurale a Parenti “ebbe una vicenda complicata – prosegue Lupia – ho trovato delle lettere riferibili al 1932 – 1933 di persone che richiedevano indietro il loro denaro. Il fallimento avvenne nel 1933. Da allora fu nominato un commissario fino al 1940, fino alla chiusura.
Lupia richiama la storia di altre cooperative che hanno intrecciato la loro storia, ma soprattutto le loro difficoltà, col fascismo. Soggette a tutte quelle forme di censura e paletti superate poi dal dettato costituzionale e dalle norme che, finalmente, nell’età dei costituzionalismi, hanno dato vita e sostanza a valori democratici.
La ricerca di Lupia arriva ai giorni nostri, esprimendo così la tensione alla cooperazione che abita I cittadini e gli imprenditori di Parenti. “Nel testo richiamo due grosse cooperative a Bocca di Piazza nei giorni nostri, che hanno aderito al consorzio di produttori della patata della Sila che ha il riconoscimento Igp, e che forniscono prodotti in tutta Italia”. Come a dire, il cooperare può funzionare. Lilia ne è convinto. “Cooperare significa favorire la logica del passaggio dall’io al noi. Uno schema semplice ma importante soprattutto oggi”.

Il volume di Ubaldo Lupia è stato presentato il 22 agosto a Parenti.