“Aprirsi al futuro” con un percorso di inclusione

“Mi chiamo BaKary, vengo dal Gambia. Vorrei raccontarvi la mia esperienza di lavoro, è stata positiva perché abbiamo imparato molte cose, abbiamo imparato meglio la lingua italiana, appreso la cultura e il modo di vivere degli italiani. Sono molto felice di essere qui, parlo anche a nome dei miei amici. Vorrei dire grazie ai nostri operatori che sono sempre disponibili ad aiutarci, ci fanno seguire sempre la strada giusta e ci aiutano, vorrei dire grazie anche ai proprietari del bar che ci hanno accolto e che ci fanno sentire parte di una famiglia”. Bakary ha un sorriso luminoso. La sua è la storia di un ragazzo venuto da lontano che qui ha trovato la sua occasione di vita e di lavoro. A Soverato ha trovato la sua strada, grazie al supporto di Don Mimmo Madonna, direttore dell’oratorio Don Bosco, ha trovato un impiego presso un bar della città. Lì, tra un caffè e una brioche servita ai clienti ha trovato una prospettiva di vita più chiara e ha imparato che le differenze non esistono. A portare la sua testimonianza c’è anche Claudio. “Sono un po’ emozionato. Vorrei esordire dicendo che ognuno di noi vive momenti più difficili in cui ci si sente piccoli e sembra che ogni cosa pesi molto di più. Ringrazio chi è stato al mio fianco quando ho vissuto questi momenti. Grazie al lavoro della nostra cooperativa si riesce ad inserire molti ragazzi e ragazze nel contesto sociale, penso che questo sia il più grande investimento che si possa fare in un territorio come il nostro. Ha iniziato il mio percorso come operatore del servizio civile, la forza sta nel rialzarsi con un corpo nuovo, più consapevole, comprendiamo che le differenze sono ricchezze e che uno dei punti forza è la capacità di ricreare i ponte dove spesso ci sono muri. Oggi il mio cammino prosegue come mediatore, ogni giorno incontro storie, ogni volta capisco quanto sia importante il dialogo, quanto conti capire prima di giudicare, scopro il valore umano che si nasconde in ognuno di noi, la bellezza è nei gesti semplici, la presenza vale per più di mille parole”. Sorride Claudio, cerca di nascondere la timidezza, quella felpa blu che indossa è più di una maglia: è il legame con la cooperativa dove lavora, è sentirsi, essere parte di quel noi. In sala una operatrice si commuove e dice: “Posso fare questo lavoro io?”, nelle sue lacrime ci sono occasioni, incontri, legami, sentire proprio un progetto. Claudio è uno degli operatori della cooperativa ‘La terra’ coinvolto in attività di formazione. L’obiettivo del progetto è stato quello di rafforzare le competenze professionali e relazionali degli operatori impegnati nell’accoglienza di persone straniere che vivono situazioni di fragilità. “Se dovessi scegliere un’immagine che possa rappresentare la nostra cooperativa userei quella di un cantiere in movimento, un luogo vivo, dinamico dove si costruisce insieme. Il nostro è un percorso fondato sulla formazione intesa come strumento di conoscenza e azione. Abbiamo cercato di instaurare relazioni autentiche con le persone incontrate, promuovendo quelli che sono i percorsi di inclusione e di crescita umana. Questo ha innanzitutto arricchito noi, rendendoci più consapevoli di chi siamo e rafforzando la collaborazione, per noi è diventato importante raccontare ciò che viviamo, condividere le esperienze, le difficoltà e le speranze per contagiare positivamente diversi contesti. Il nostro compito è aiutare, creare comunità senza lasciare, come diceva Papa Francesco, nessuno indietro”, le parole di Gianni Romeo, presidente della cooperativa ‘La terra’. “Aprirsi al futuro – Percorsi di integrazione lavorativa e rafforzamento di ETS per favorire comunità forti e accoglienti”, sostenuto da Enel Cuore, la Onlus del gruppo Enel, e realizzato da Fondazione AVSI è il nome del progetto che si è concluso e che è stato presentato venerdì a Villa Rendano. II progetto nasce per offrire opportunità di formazione e integrazione nel mondo del lavoro a persone vulnerabili, in particolare giovani migranti e neet, ovvero persone che non studiano né lavorano. Ad oggi sono 33 i ragazzi hanno partecipato a percorsi di formazione, orientamento e tirocini in aziende locali nei settori del turismo, dei servizi alla persona e dell’accoglienza. Parallelamente, 22 operatori del terzo settore sono stati formati per rafforzare la qualità dei servizi educativi e di integrazione. All’evento sono stati presenti la vicesindaca di Cosenza Maria Locanto, il Direttore della Caritas diocesana Pino Fabiano e Carmelina Grimaldi, referente del progetto di Enel Cuore Onlus.