Cultura
Quell’antico legame tra noi e il cielo
“Una serata osservativa può rappresentare l’occasione per rallentare, raccogliersi in contemplazione, fare silenzio e riscoprire il legame antico tra il cielo e l’umanità”, sono le parole di Carmelo Primiceri del Gruppo Astrofili Giovan Battista Amico, nostra guida nell’affascinante ‘viaggio’ tra le stelle del cielo di agosto.
La nostra passeggiata celeste inizia guardando verso nord-ovest, per individuare l’Orsa Maggiore, punto di partenza ideale per esplorare il firmamento. Questa, costituita da sette stelle luminose, domina il cielo settentrionale con la sua forma di ‘grande carro’. Le due stelle inferiori Dubhe e Merak, puntano dritte verso la stella polare, che si trova nella coda dell’Orsa Minore, costellazione più piccola e meno brillante.
Lungo una linea immaginaria che attraversa il cielo dall’Orsa Maggiore all’Orsa Minore, oltre la Stella Polare, è possibile scorgere Cassiopea, la cosiddetta ‘regina seduta’, con la sua caratteristica forma a ‘W’.
Da questo punto, volgendo lo sguardo verso nord-est, nella seconda metà del mese, si può osservare Andromeda che custodisce la Galassia di Andromeda, uno degli oggetti più lontani visibili ad occhio nudo, distante oltre 2,4 milioni di anni luce, appare come una macchia allungata, osservabile in tutta la sua meraviglia anche solo con un semplice binocolo.
Poco più in basso la costellazione di Perseo, nei cui pressi vi è il radiante di provenienza della pioggia meteorica delle Perseidi o ‘lacrime di San Lorenzo’, proprio perché raggiungono il loro picco nei giorni tra il 10 ed il 13 agosto. Queste meteore, derivano dai detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, che la Terra attraversa ogni anno in questo periodo.
Durante la sua orbita intorno al Sole, infatti, il nostro pianeta interseca in diversi punti le orbite di comete, oggetti celesti che provengono dalle profondità del sistema solare, ammassi che contengono rocce e grandi quantità di ghiaccio che, a causa di una perturbazione gravitazionale o per il verificarsi di uno scontro, iniziano ad avvicinarsi al Sole. Quando questo avviene, il calore e la radiazione solare ionizzano i gas contenuti nel nucleo della cometa, generando una chioma molto brillante ed una coda formata da detriti e gas. Durante il suo cammino la cometa lascia dei piccoli resti che vengono attratti quando la Terra si avvicina e, bruciando nell’atmosfera, ci danno lo spettacolo delle stelle cadenti. Nel periodo di massima intensità dei prossimi giorni si potranno osservare anche duecento meteore in un’ora.
Una delle stelle più luminose del cielo occidentale è Arturo, individuabile prolungando la curva disegnata dalla coda dell’Orsa Maggiore, una stella di colore arancione intenso, nella parte inferiore del Boote, costellazione che ha la forma di un aquilone.
Al di sotto di Arturo lungo la verticale, si può incontrare Spica, una stella brillante nel cuore della Vergine, ormai bassa sull’orizzonte a sud-ovest nelle notti di agosto.
Allo zenith, ovvero il punto immaginario sulla sfera celeste posto sulla perpendicolare rispetto al piano dell’osservatore, campeggia il Grande Triangolo Estivo, formato dalle tre stelle più luminose del cielo estivo: Vega nella costellazione della Lira, Deneb appartenente al grande Cigno o Croce del Nord, Altair dell’Aquila.
“In queste notti d’agosto, anche con strumenti semplici o solo con lo sguardo, possiamo ritrovare una connessione diretta con il cielo. Basta alzare gli occhi, seguire il disegno delle stelle e lasciarsi guidare dalla loro luce, che ha viaggiato per anni, secoli, o addirittura millenni, solo per raggiungerci”, l’invito di Primiceri che ha sottolineato i nuovi traguardi scientifici in ambito astronomico che spingono sempre più in là la conoscenza e la comprensione dell’universo.
Recentemente il telescopio spaziale James Webb ha fotografato galassie formatesi poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang, svelando e regalandoci immagini sorprendenti e suggestive.
Un progetto internazionale ha individuato, grazie a un nuovo tipo di “orologio cosmico”, le pulsar, segnali che potrebbero provenire da giganteschi buchi neri binari in orbita l’uno attorno all’altro.
Tra le nuove scoperte planetarie anche un esopianeta nella costellazione del Cigno, che potrebbe avere un’atmosfera ricca di vapore acqueo e, forse, un oceano sotto la superficie.
